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La Tragedia

Alfio Ricca, travolto e ucciso alla Cavazzona sotto gli occhi del figlio: «Siamo sconvolti»

di Daniele Montanari

	Il luogo della tragedia e nel riquadro Alfio Ricca
Il luogo della tragedia e nel riquadro Alfio Ricca

Il 67enne investito in via Emilia nella tarda serata di sabato 26 ottobre stava tornando a casa dopo aver cenato con il figlio 15enne: era originario di Catania ma da anni abitava in paese, a pochi passi dal luogo della tragedia. La titolare del ristorante a lato della strada ha visto tutto: «Scena straziante»

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CASTELFRANCO. Muore falciato mentre attraversa la strada, mentre accompagna a casa il figlio che pochi istanti prima era lì con lui. Un’altra tragedia della strada scuote la provincia, rilanciando con forza il tema della sicurezza. Perché tutti dicono che alla Cavazzona c’è troppo buio per il transito di una strada sempre trafficatissima come la via Emilia.

L’incidente in centro alla Cavazzona

Sì, perché l’incidente è successo proprio nel centro della Cavazzona, sabato 26 ottobre verso le 22. Alfio Ricca, pensionato 67enne, aveva appena parcheggiato la macchina dopo essere stato a mangiare qualcosa fuori con il figlio 15enne. Abitava a pochi metri dal luogo in cui è stato ucciso: sull’attraversamento pedonale, segnalato anche con un portale, di fronte al ristorante asiatico. Un attraversamento oggi segnalato solo a metà: dopo il rifacimento parziale dell’asfalto, le strisce su metà carreggiata infatti sono rimaste coperte. Il ragazzino aveva già raggiunto casa quando ha sentito un forte rumore fuori: è corso giù a vedere e si è trovato davanti a una scena straziante: il padre era stato travolto dalla Opel Corsa guidata in direzione Bologna da un 37enne di origini albanesi ma sempre residente a Castelfranco. Travolto in pieno: il 67enne ha colpito violentemente il parabrezza nel lato destro, facendolo crepare, poi è stato sbalzato per circa 50 metri, finendo sotto una macchina parcheggiata lì a fianco. Sul posto in pochi istanti il 118, ma è stato subito chiaro che non c’era niente da fare: Ricca è morto praticamente sul colpo. Sotto choc anche la moglie e il resto della famiglia: lascia anche altre due figlie e tre nipotini, che se lo sono visti portare via in un attimo, davanti a casa.

Le indagini della polizia locale

Sul posto anche i vigili del fuoco di Vignola (che hanno messo in sicurezza l’auto) e la polizia locale di Castelfranco, che si è occupata dei rilievi. Dai primi riscontri pare che il 37enne alla guida dell’auto non fosse sotto effetto di alcol o sostanze, infatti si è regolarmente fermato subito dopo l’impatto, realizzando subito quello che era successo e accusando anche un malore quando ha capito che il pedone era morto. Gli agenti hanno eseguito accurati rilievi per la ricostruzione dell’incidente. Alla base potrebbe esserci una banale distrazione alla guida, ma sotto accusa da subito anche le condizioni dell’attraversamento pedonale, le strisce a metà e la scarsità di illuminazione pubblica. Un problema che è stato segnalato da tempo dai residenti della frazione, ma a quanto pare invano. Da accertare anche la velocità con cui viaggiava la macchina, che dovrebbe essere stata sostenuta visto che il pedone ha fatto un volo di quasi 50 metri. Gli agenti hanno subito inviato l’informativa, e la Procura ha aperto un fascicolo nei confronti del 37enne per omicidio stradale. La salma di Ricca è stata recuperata dalle onoranze Zucchelli di Castelfranco e condotta a Modena in Medicina legale, per gli accertamenti di prassi. Originario di Catania, viveva da molto tempo alla Cavazzona. Aveva lavorato in una ditta di Casteldebole, nel Bolognese, specializzata nella produzione di cemento. Era da poco in pensione, con tanti progetti per lui e la famiglia. Tutti spazzati via in un istante.

La testimonianza della titolare del ristorante

«Ho sentito un forte colpo e sono corsa fuori a vedere. Alfio era a terra già senza vita, riverso sotto la macchina parcheggiata. E poi ho visto suo figlio arrivare e gridare: “Papà, papà!” sconvolto. Una scena terribile, che sarà difficile dimenticare. Ho chiamato subito il 118, ma era chiaro che non c’era più niente da fare». È la voce di Simona Zheng, titolare del ristorante asiatico Misaki della Cavazzona. Lo schianto mortale è avvenuto praticamente lì davanti, mentre il locale era pieno di gente. «Conoscevo di vista Alfio, conosco soprattutto suo figlio – spiega Simona – che viene abitualmente qui da noi a prendere qualcosa, e mi dispiace davvero tantissimo per lui. È tremendo perdere il padre a qualunque età, ma a 15 anni... Non ci voglio pensare. È stato un incidente spaventoso, qui alla Cavazzona chi era in casa è venuto subito a vedere cos’era successo, e se si poteva fare qualcosa. Ma è stato chiaro subito di no. Ed è stato uno strazio vedere il dolore dei famigliari, dopo è arrivata anche la moglie... Siamo rimasti tutti sconvolti. Non so perché ci sia stato quest’incidente, so però che da tanto si dice che quell’attraversamento è poco illuminato. Ed è ancora meno visibile da una settimana, da quando hanno rifatto l’asfalto, togliendo metà delle strisce». Alfio era molto ben voluto alla Cavazzona: persona molto attiva, non si tirava mai indietro quando c’era bisogno, sempre disponibile ad aiutare tutti. «Una volta ha realizzato anche un pedonale nel parco come volontario», sottolineano i residenti. «Alfio ha contribuito anche alla nascita degli orti a Cavazzona e alla piantumazione di alberi – ricordano altri – sempre presente in chiesa e alle feste di comunità e famiglie. Ci mancherà davvero tantissimo: le più sentite condoglianze alla moglie e ai figli, siamo loro vicini in questo terribile momento».

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