Fiumalbo ricorda il sacrificio dei 38 minatori modenesi morti nell’esplosione della Stag Canyon 2 a Dawson
Il 22 ottobre 1913 la strage dei lavoratori emigrati in New Mexico, negli Stati Uniti: a perdere la vita furono in tutto 261 minatori, 146 dei quali italiani, più due soccorritori
FIUMALBO. Il 22 ottobre 1913 fu un giorno triste per l’Appennino modenese. Nell’esplosione della miniera Stag Canyon 2, a circa due chilometri da Dawson nel New Mexico (Stati Uniti), morirono infatti 261 minatori più due soccorritori.
I lavoratori italiani che persero la vita furono 146, 38 dei quali erano modenesi. Per essere precisi: 17 di Fiumalbo, 15 di Serramazzoni, tre di Pievepelago, due di Riolunato e uno di Fanano. Qualche giorno fa, esattamente centoundici anni dopo la tragedia, il Comune di Fiumalbo ha voluto ricordare quei giovani uomini e onorare il loro sacrificio.
Per tenere vivo il ricordo delle vittime è stato quindi organizzato un incontro con i ragazzi delle scuole medie. Oltre ai docenti e agli storici, era presente all’iniziativa anche il consigliere delegato alla Cultura del Comune, Roberto Amidei. Il presidente dell’Accademia dello Scoltenna, Livio Migliori, e lo storico di Serramazzoni e discendente di una delle vittime, Manlio Badiali, hanno parlato della triste vicenda con gli studenti di alcune classi, cercando di riportare a memoria la storia personale di ogni singolo minatore morto nell’esplosione. I ragazzi si sono fatti coinvolgere nei racconti e hanno interagito con domande e riflessioni. È stata l’occasione giusta per consegnare al Comune di Fiumalbo e a Livio Migliori una copia del libro “Crosses of iron”, scritto dall’editorialista e giornalista di Albuquerque nel New Mexico, Nick Pappas.
L’autore, discendente della comunità greca colpita a Dawson – se l’Italia è stata la nazione con più morti, la Grecia è stata la seconda con 30 vittime – ha lavorato per oltre tre anni alla stesura del libro, ricercando informazioni anche negli archivi della compagnia mineraria Phelps Dodge, proprietaria della miniera fino alla sua chiusura nel 1950. Da allora Dawson è diventata una località fantasma – o Ghost Town – dopo aver ospitato fino a novemila persone negli anni della Prima guerra mondiale. Pappas ha intervistato le famiglie che hanno vissuto in città e nel libro racconta alcune vicissitudini di alcune comunità di minatori, come quella di Fiumalbo. Non solo.
Il giornalista greco è riuscito a trovare il nome della persona che con il suo comportamento irresponsabile ha provocato l’esplosione di quel 22 ottobre 1913. La comunità di Fiumalbo ha ringraziato Nick Pappas per il suo prezioso lavoro e per essere riuscito a dedicare alcune pagine del libro ai minatori modenesi. È stato anche deposto un fiore accanto al monumento che ricorda i caduti nel cimitero di Rotari, frazione di Fiumalbo.