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La tavola rotonda

Tik Tok e diritto, a Modena la legge fa i conti con i social

di Maria Vittoria Scaglioni
Tik Tok e diritto, a Modena la legge fa i conti con i social

Il più amato dai giovani: se ne parla a Giurisprudenza

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In Italia oggi esistono 20 milioni di profili registrati su TikTok. Il dato è in crescita e chiede di essere osservato, ed ecco perché nel dipartimento di Giurisprudenza si è dato il via a un ciclo di dialoghi sul mondo digitale, in particolare sul social più popolare tra i giovani, attraverso la prospettiva di genere.

«Un laboratorio continuo»

In una tavola rotonda che si è svolta nell’ambito del corso di “Teoria e prassi dei diritti umani” tre professoresse hanno raccontato tre progetti volti a decostruire i ruoli e gli stereotipi di genere: «Questo insegnamento è un laboratorio continuo, con i suoi piacevoli imprevisti – introduce il titolare del corso, il professor Thomas Casadei – Parlare di TikTok in un’aula di giurisprudenza è importante perché questo social influenza la società e quindi anche il diritto».

In un mondo in cui le famiglie fanno causa ai social per i disturbi alimentari delle proprie figlie, sottoposte reiteratamente a contenuti dannosi somministrati senza alcun vaglio, lo sguardo di genere sembra inscindibile da una riflessione precisa e utile: «Gli stereotipi possono essere combattuti – prosegue Casadei –: ma prima dobbiamo capire, attraverso questionari e studi, come i giovani si rapportano ai modelli a cui sono costantemente esposti sui social».

Da Pasolini all’algoritmo

Le lezioni e i seminari futuri serviranno a discutere la cultura digitale, con lo scopo di contrastare il sessismo: «I social non sono neutrali – interviene la professoressa Valeria Giordano, che partecipa con il gruppo di studi Ogepo – Non sono solo specchio di un ethos sociale, condiviso, ma possono rafforzare gli stereotipi. Pier Paolo Pasolini, nel 1972, aveva colto lo scarto tra libertà sessuale e culturale».

Pasolini, in un’intervista condotta da Dacia Maraini con il titolo “La donna non è una slot machine”, faceva luce sull’angusto ruolo riservato alle donne, oggetti dello sguardo maschile, già dai tempi pre-social, l’era della televisione.

La dottoressa Anna Scapocchin, formatrice presso il “Centro documentazione donna Modena”, ricorda l’importanza degli archivi, che documentano l’impegno di singole donne così come di associazioni femministe, in un periodo in cui su TikTok si assiste alla moltiplicazione dei corpi e quindi al rafforzamento degli standard di bellezza: «Una donna su due si dice insicura sul proprio aspetto fisico, ma anche un uomo su quattro. I modelli sono irraggiungibili».

Infine la dottoressa Valeria Barone fa riferimento al sessismo dell’algoritmo: la sfera giuridica ai tempi dell’intelligenza artificiale si deve evolvere velocemente, mentre scenari mai pensati prima stanno diventando tangibili. La slot machine virtuale di TikTok non è mai stata così reale.

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