Quando i cittadini sono in prima linea: la Protezione civile di Bomporto e le emergenze
Nel mondo del volontariato insieme all'ex sindaco di Bomporto Alberto Borghi, ora coordinatore comunale della Protezione civile
BOMPORTO. «Il primo vero volontario della Protezione civile è il cittadino stesso».
Per descrivere il mondo del volontariato e il ruolo della Protezione civile, è partito da questa frase Alberto Borghi, da ventiquattro anni attivo nel comune di Bomporto tra consigliere, vicesindaco, sindaco e ora coordinatore del Gruppo Comunale della Protezione civile proprio di Bomporto.
Il personaggio
Alberto, sempre pronto a mettersi a servizio della comunità, ripercorre le sue esperienze in un territorio unico nel suo genere come quello di Bomporto: «Ho gestito sia il terremoto che l’alluvione quando ero sindaco, e ora mi è stato chiesto dall’associazione di continuare a lavorare con loro».
Nel mondo della Protezione civile
Ma che cosa è al Protezione civile? È presto detto: «La Protezione civile – continua Borghi – è un servizio pubblico che lavora dal punto di vista della prevenzione, della gestione di eventuali rischi ed emergenze derivanti dalle calamità naturali, della formazione e dell’informazione della cittadinanza», ci spiega.
L’associazione di volontariato nasce in seguito alle esigenze causate dai cambiamenti climatici che hanno colpito l’Italia negli ultimi 60 anni: «Le emergenze sono sempre più importanti a livello di intensità e frequenza, come le piene che si verificano non soltanto nella stagione delle piogge».
La Protezione civile è diventata una realtà organizzata, formata e preparata: in Italia si contano 5mila organizzazioni dotate di attrezzature adatte in caso di emergenze. Nell’equipaggio sono presenti «pick-up, gommoni, motoseghe, torre-faro, sistema di barriera anti-inondazioni, sistemi di pompaggio e una cisterna del gruppo AIB (corpo volontari antincendi boschivi, ndr) per spegnere eventuali incendi», continua Borghi.
L’esercitazione
L’associazione, non solo nel caso specifico di Bomporto, collabora con l’amministrazione comunale per la pianificazione del piano di emergenza e ne testa l’efficacia attraverso esercitazioni. «Proprio in questo periodo abbiamo organizzato un esercitazione in cui è stata simulata una situazione multi-emergenziale nel corso di una notte per vedere in quanto tempo l’associazione riesce a mettersi in azione: è stato un evento che partiva dal giallo (quindi il primo livello di emergenza) per arrivare al rosso: ogni colore corrisponde un determinato intervento». L’esercitazione era aperta al pubblico.
Come per tutte le associazioni, il numero di cittadini volontari sta calando sempre di più e il rischio è che si arrivi a un punto in cui manca il capitale umano necessario per coprire tutti i turni durante le emergenze.
Nuovi volontari cercansi
Fondamentale è la presenza dei giovani, come Borghi spiega: «Rappresentano indubbiamente una risorsa fondamentale: sono pieni di energia e pieni di voglia di fare e, oltre all’impegno, possono portare anche un nuovo e innovativo modo di comunicazione».
La Protezione civile di Bomporto è quindi alla ricerca di nuovi giovani volontari, tra cui anche minorenni, che possano prendere parte alla formazione e alle esercitazioni ma non alle emergenze. Importante capire che si riesce a combinare la vita lavorativa con la vita da volontario: «Anche la legge, in questo senso, ci viene contro a noi volontari prevedendo leggi specifiche che permettano di conciliare la vita lavorativa e quella da volontario».
scritto da Maddalena Bonato, Irene Borghi, Ginevra Guidarini e Francesca Morandi*
*Studentesse del Sacro Cuore