Serramazzoni, don Franco muore in povertà e i parrocchiani pagano il funerale
In 300 per l’addio al parroco, scomparso lo scorso 11 novembre a 95 anni
Serramazzoni Sacerdoti da tutta la diocesi, il vescovo Erio Castellucci e almeno 300 parrocchiani ieri a Riccò hanno dato l’ultimo saluto pieno d’affetto a don Franco Mislei, spentosi l’11 novembre a 95 anni.
Una vita tutta spesa per gli altri la sua, fatta di 71 anni di sacerdozio di cui più di 60 come parroco a Monfestino e oltre 50 a Riccò. Generazioni di parrocchiani sono cresciuti con lui, avendo in lui sempre un ben saldo punto di riferimento anche a Granarolo, Pazzano, Valle, Pompeano e Selva. C’era anche il sindaco Simona Ferrari insieme ad assessori e consiglieri, poi gli alpini, l’Avap e le altre associazioni. Soprattutto, la banda di Riccò che ha tanto amato.
Il vescovo
«Ogni nostro gesto, nel bene o nel male, ha incidenza nell’eternità – ha sottolineato il vescovo – Gesù ci dice che chi ha dato anche solo un bicchiere d’acqua fresca non perderà la sua ricompensa. Pensiamo a quanti bicchieri d’acqua fresca ha distribuito don Franco nella sua esistenza, come forma di aiuto al prossimo e impegno nell’edificazione delle comunità. Con i sacramenti ha accompagnato la vita delle persone. Ma anche con il suo essere gioviale, positivo, mite e capace di ironia e autoironia. Una persona piacevole, che sdrammatizzava persino quando rischiò il penale (per la vicenda dell’asilo, ndr). Ricordo quando mi ha detto al telefono: “Può darsi che la prossima settimana venga a trovarmi in carcere”, assicurandomi che però per il momento era libero. E ovviamente lo rimase, perché non aveva fatto niente di male. Lui era così, capace di trasmettere la gioia del Vangelo mantenendo anche nelle situazioni difficili sempre il sorriso e la bonarietà. La vostra partecipazione così grande testimonia riconoscenza profonda a questo pastore mite e buono, che ha saputo fare della sua vita un dono».
I parrocchiani
Intenso il messaggio di ringraziamento letto da Lidia Reggianini, a nome delle parrocchie, ricordando innanzitutto la crescita di Franco senza il papà, «seguendo l’esempio e il sacrificio della mamma Maria». «Don Franco ha sempre aperto la porta a tutti, dato a chiunque chiedeva. Ha sempre dato spazio a chi sinceramente e umilmente voleva mettersi al servizio della comunità». Un pensiero pieno d’affetto per il sacerdote polacco don Pietro, che per tanti anni è sempre venuto ad aiutarlo per le feste, e che è voluto venire per il funerale quasi dal confine con la guerra: «Sei sempre stato prezioso per lui nei momenti intensi, ma lo sei stato anche nelle tue visite nella malattia, in cui gli trasmettevi coraggio, gioia e affetto. Stai certo che da oggi non avrai più solo un angelo custode». Da Anselmo Beneventi, per gli alpini, l’omaggio a don Franco «uomo buono, gentile, saggio e disponibile con tutti: ci ricorderemo sempre di te».
L’addio in povertà
Un grande applauso ha salutato l’uscita della bara portata a spalla dai sacerdoti, con in testa don Andrea, il nuovo parroco di Serra. Poi, assieme alla banda, il corteo fino al cimitero, dove ora don Franco riposa nella capella che ospita anche don Achille Vecchiati, anche lui parroco per 50 anni a Riccò. Don Franco, a fronte delle spese nel suo periodo di malattia, se n’è andato in povertà assoluta, tanto che i parrocchiani hanno attivato una raccolta fondi per le spese del funerale. Chi vuole, può contribuire all’Iban IT 65 H 05034 67030 000 000 057900.l