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Fauna e clima

Piccolo di lupo trovato con la rogna: «Molti cuccioli morti per questo»

Ginevramaria Bianchi
Piccolo di lupo trovato con la rogna: «Molti cuccioli morti per questo»

L’allarme di Piero Milani del centro fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena: «Non è vero che i lupi stanno aumentando»

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MODENA. Sempre più spesso, durante i mesi invernali, volontari e cittadini si trovano di fronte a uno scenario drammatico per la fauna locale: giovani lupi, debilitati e coperti di rogna, avvistati nei boschi o lungo le strade di montagna.

A segnalarlo è Piero Milani, del centro di fauna selvatica Il Pettirosso di Modena, dopo l’ennesimo caso recente che ha visto coinvolto un cucciolo ritrovato su una strada gravemente debilitato per l’ipotermia.

Problema che si trascina da anni

«Da anni la rogna attacca la pelle degli animali e danneggia il folto manto che li protegge dal gelo, rende i cuccioli vulnerabili al freddo e alla fame, conducendoli spesso a una morte precoce. Questi cuccioli, segnalati da persone preoccupate, dopo pochi giorni non si vedono più. La malattia non permette loro di alimentarsi né di cacciare – prosegue – È un declino inesorabile».

Di solito, in queste circostanze, gli animali vengono ritrovati senza forze. Se sono ancora in vita, vengono recuperati e portati d’urgenza al centro: «Subito li idratiamo e scaldiamo – spiega Milani, che però sottolinea come, in situazioni simili, le speranze di sopravvivenza siano spesso minime –. Negli anni, altri cuccioli colpiti da questa patologia sono stati recuperati, ma molti di loro non sono sopravvissuti alle gravi condizioni di debilitazione e alle temperature rigide».

Il clima

Secondo Milani, questa problematica si inserisce in un contesto più ampio in cui le condizioni climatiche stanno peggiorando la vita degli animali selvatici, esponendoli a malattie una volta rare: «Quello che osserviamo sul campo contraddice certe pubblicazioni che parlano di un aumento dei lupi. Questi animali, spesso debilitati, non stanno aumentando come si crede, anzi – precisa –. Gran parte di loro non supera l’anno di vita. Molti muoiono perché coinvolti in incidenti stradali, e altri ancora contraggono malattie rare per questo tipo di animali». Il lavoro dei Cras, come Il Pettirosso, rappresenta un punto di riferimento per affrontare queste emergenze. «Crediamo fermamente in quello che facciamo – conclude Milani – anche se le difficoltà sono tante. Bisogna iniziare a pensare di più alle loro necessità, perché fanno bene al nostro ecosistema. Smettiamo di gridare “al lupo, al lupo”».