Modena, problemi al server del Policlinico: «Quattro ore per le dimissioni»
La segnalazione del marito di una paziente, l’azienda replica: «Ci scusiamo per l’attesa»
«Abbiamo dovuto attendere quattro ore in sala di attesa per avere la lettera di dimissioni». Al Policlinico il marito di una paziente ha ringraziato il personale, segnalando però un disservizio.
Grazie, però...
L’episodio è avvenuto lo scorso lunedì mattina nel reparto di Ginecologia, all’ottavo piano del complesso. «Verso le 10.30 mia moglie è stata avvisata di prepararsi per le dimissioni – ha ripercorso il marito – Sono arrivato a prenderla alle 11.30. Siamo usciti con la lettera di dimissioni alle 16.15».
I minuti sono diventati ore e il sollievo per la riuscita dell’intervento ha lasciato spazio all’insoddisfazione. «Non era possibile attendere nella camera perché le addette stavano preparando i letti per le prossime pazienti – ha aggiunto il marito – La possibilità offerta era una sedia in reparto e mia moglie ha optato per la sala di attesa per stare insieme a me».
Intanto, alla coppia non erano chiari i motivi dell’attesa. «Abbiamo chiesto delucidazioni di tanto in tanto ma nessuno aveva informazioni sul ritardo – ha ribadito – Alla fine, si era sentito dire un problema al server».
Il marito ha ricordato di pagare le tasse per il Servizio sanitario e si è rivolto al dottore Claudio Vagnini, direttore generale del Policlinico.
«Gentile direttore del Policlinico, provi a stare quattro ore in una sala di attesa senza sapere cosa sta succedendo – ha detto – Nel mio lavoro di assistenza tecnica non posso permettermi di non avvisare tempestivamente se c’è un disservizio e lasciare un richiedente quattro ore senza essere informato».
Le scuse dell’azienda
L’azienda ospedaliero-universitaria (Aou) s’è scusata «con la paziente e suo marito per l'attesa nonostante il personale abbia fatto il possibile per alleviare il disagio».
Nel testo si replica all’invito rivolto a Vagnini: «Non possiamo accettare alcune delle affermazioni dell’utente, quelle relative alle tasse e all’invito al direttore generale di stare con lui durante l’attesa perché vanno oltre il sacrosanto diritto di critica e contribuiscono a generare quell’aggressività verso le strutture e il personale sanitario che fa male a tutti».
Cosa è successo, dunque? «Lunedì 18, come spesso accade il lunedì mattina ci sono molte dimissioni, contestuali a nuovi ricoveri e alla gestione delle emergenze del fine settimana – la spiegazione – Si tratta quindi di una giornata di solito piuttosto intensa. Le visite di dimissione si sono comunque svolte agli orari consueti finito il giro-visite, cioè tra le 10 e le 11.30. A tutte le pazienti, come al solito, è stato detto che le lettere e i certificati di malattia sarebbero stati pronti verso ora di pranzo, in un orario approssimativo tra le 13 e le 14 e che per questo motivo, qualora avessero voluto, avrebbero potuto avere il pasto, già riservato loro».
Puntuale la risposta sul server. «Proprio lunedì è stato portato a compimento un importante aggiornamento informatico sul software che gestisce i ricoveri di tutto l'ospedale – la replica – e questo ha può aver comportato qualche rallentamento che può essersi sommato con la gestione clinica e rallentato ulteriormente le procedure, con una possibile incomprensione tra la paziente e il personale, impegnato a gestire una grande mole di attività. Anche di questa incomprensione ci scusiamo».
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