Addio all’artista Tomaso Bonantini, con la sua creta ha plasmato i vip
Originario di Montombraro di Zocca, aveva 86 anni: tra i ritratti quelli di Vasco Rossi e Luciano Pavarotti. Il funerale venerdì 22 novembre nella chiesa di San Paolo a Modena
MODENA. La sua materia prediletta era la creta. E con questo materiale povero Tomaso Bonantini ha saputo dare concretezza alla civiltà contadina, agli antichi mestieri in via di estinzione, alle scene di vita di un tempo remoto, a presepi e immagini sacre, a personalità del mondo dello sport e dello spettacolo.
Morto a 86 anni, il funerale a Modena
Così viene ricordato lo scultore, originario di Zocca, che è morto ieri – mercoledì 20 novembre – all’età di 86 anni. L’artista lascia la moglie Rosaria, la figlia Annarita, anche lei artista che ha seguito con attenzione il lavoro del genitore, il genero Fabio e i nipoti Enrico e Mattia. I funerali si svolgeranno domani – venerdì 22 novembre – alle 10,30 partendo dalle camere ardenti di Terracielo di via Emilia Est 1320 per giungere alle 11 alla parrocchia di San Paolo, in via del Luzzo a Modena.
L’opera di Tomaso Bonantini
La sua opera vive nel tessuto della realtà umana perché Bonantini si è sempre affidato, plasmando la creta, alla naturalezza dell’immagine per una rappresentazione molto viva della realtà quotidiana e, in particolare, del mondo del lavoro delle persone umili. L’attenzione dello scultore modenese era rivolta ai contadini, agli artigiani, gelosi custodi di mestieri che racchiudono tutta la ricchezza del lavoro tradizionale. Tomaso ha sempre mantenuto un legame profondo con la sua terra natale, Montombraro di Zocca. Di questi luoghi sono personaggi straordinari, come l’astronauta Maurizio Cheli e Vasco Rossi, di cui non poteva non concepire una scultura che ben li rappresentasse. Lo stesso vale per il maestro Luciano Pavarotti, di cui ha realizzato un busto. Impossibile citare tutte le opere che l’artista ha consegnato, in varie manifestazioni, a tanti personaggi famosi. A Zocca Bonantini è rimasto fino a vent’anni per poi trovare casa a Modena. «Ho sempre avuto la passione di modellare la creta fin da piccolo – diceva l’artista – assistito dall’amico Gino Baccolini che mi aiutava a levare la terra dagli stagni. Modellavo scenette contadine, figure di animali che lavoravano in campagna, poi cuocevo i bozzetti nel forno di mia madre Giovanna, dopo che aveva fatto il pane. La terra la prelevavo dagli stagni d’acqua vicini a casa».
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