Avvocato modenese vince la causa contro la Rai: Gerusalemme non è capitale di Israele
Il penalista Fausto Gianelli ha vinto la battaglia legale contro il quiz "L'Eredità": una concorrente, alla domanda "qual è la capitale di Israele" aveva risposto "Tel Aviv", venendo poi corretta da Flavio Insinna con "Gerusalemme"
MODENA Passa da Modena la questione palestinese e una sentenza pubblicata ieri dal Tribunale di Roma, Sezione diritti della persona e immigrazione, destinata a “fare scuola” nell’uso dei termini. Sancendo nello specifico che non si può dire nel servizio pubblico che Gerusalemme è la capitale d’Israele. A promuovere la causa infatti, assieme al collega Dario Rossi di Genova, è stato l’avvocato modenese Fausto Gianelli, penalista ma anche esperto di diritto internazionale.
La puntata tv
Tutto nasce dalla puntata del 21 maggio 2020 de “L’Eredità”, in cui Flavio Insinna chiedeva alla concorrente quale fosse la capitale d’Israele. Lei rispondeva Tel Aviv, ma lui la correggeva con Gerusalemme, e lei è stata quindi costretta a rettificare. L’ambasciata dello Stato di Palestina in Italia inviò una lettera di proteste, a seguito della quale nella puntata del 5 giugno 2020 il conduttore faceva una precisazione in cui diceva che «sulla questione esistono posizioni diverse. Riteniamo di non dover entrare, noi che non ne abbiamo titolo, in una disputa così delicata, e ci scusiamo per averla involontariamente evocata». I palestinesi si sono arrabbiati ancora di più, sostenendo che non c’è nessuna discussione sul punto, perché l’Onu e l’ordinamento giuridico internazionale, ma anche quello italiano, non hanno mai riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele.
La sentenza
Da qui ne è nata una causa civile per diffamazione contro la Rai, promossa dall’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, con sede a Genova, e l’Associazione palestinesi in Italia, con sede a Milano, difesa da Gianelli appunto. La sentenza è stata netta: secondo il giudice Silvia Albano “è pacifico che l’informazione diffusa nella prima occasione del 21 maggio 2020, secondo cui Gerusalemme sarebbe la capitale d’Israele, sia oggettivamente falsa”. Il giudice ha quindi condannato la Rai a trasmettere nel corso de “L’Eredità” (che però non va più in onda, ndr) o in altro programma con analoga tipologia di utenza e fascia oraria, la rettifica: “Gerusalemme non è la capitale di Israele e non è riconosciuta come tale dal diritto internazionale”. La richiesta di risarcimento danni non è stata accolta perché formulata in termini troppo generici, ma la Rai è stata comunque condannata a pagare a favore delle ricorrenti un residuo di 5mila euro di spese legali.
L’avvocato
«Siamo estremamente soddisfatti» sottolinea l’avvocato Gianelli, che è membro del Comitato esecutivo ELDH - Associazione Europea Avvocati per la Democrazia e i Diritti Umani. «Il giudice ha stabilito due elementi di fondo: che la Rai deve dare una corretta informazione, e che il diritto internazionale è chiarissimo nel riconoscere che Gerusalemme è stata occupata illegalmente da Israele, assieme agli altri territori. Abbiamo avuto a sostegno anche una relazione di Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati. La sentenza sancisce che in Italia riconoscere l’occupazione di Israele è illegale. Dire in tv che Gerusalemme è la capitale d’Israele, significa riconoscere l’abuso della forza contro il diritto. Sarebbe come dire che il Donbass occupato è Russia».