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Paura in autostazione a Modena. E i negozi diventano un rifugio per studenti

di Manuel Marinelli
Paura in autostazione a Modena. E i negozi diventano un rifugio per studenti

«Entrano e chiedono di poter aspettare il bus»

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MODENA. Di giorno è un negozio di Bubble Tea, la particolare bevanda che spopola da un paio d’anni specie tra i giovanissimi.

Ma quando in centro città calano le prime ombre della sera ecco che Funny Bubble, locale di via Emilia Centro, si trasforma in una sorta di “rifugio” per studenti e pendolari, in particolare ragazze, che aspettano il bus per tornare a casa e hanno paura a rimanere da soli.

Un’abitudine ormai assodata, come conferma il titolare Stefano Paganelli: «Succede spesso da un po’ di tempo ormai. Le ragazze entrano e chiedono “possiamo rimanere qua mentre aspettiamo l’autobus, in giro ci sono facce strane, qualcuno ci ha fischiato”. Qualche volta è capitato che entrasse una ragazza per nascondersi, perché pensava di essere inseguita. Io sono ben contento di accoglierli: si siedono, fanno due chiacchiere e aspettano che si calmino le acque. Poi la consumazione passa in secondo piano». Proprio qualche giorno fa, una ragazza, ormai cliente abituale di Paganelli, è fuggita dalla stazione delle corriere, per raggiungere appositamente il negozio.

Il racconto

«Mi ha chiamato per chiedermi a che ora chiudessi – racconta ancora Paganelli – era in autostazione ma non si sentiva al sicuro, aveva paura che alcune persone potessero darle fastidio. Così mi ha chiesto di poter rimanere ad aspettare in negozio, non si sentiva molto sicura in stazione. Ormai per me questa è la normalità: ragazze, ma anche ragazzi, vengono qua e fanno due chiacchiere. La gente si ferma e piuttosto che andare ad aspettare in un ambiente poco sicuro sta qui. Ho uno zoccolo duro di clienti che popola il locale, c’è sempre un po’ di gente e a loro si aggiungono persone che normalmente prenderebbero un tè, ma si fermano proprio come fosse un rifugio».

Nonostante si tratti di una zona centrale, il titolare lamenta una scarsa illuminazione pubblica, nel tratto di via Emilia Centro.

«Il problema grosso al di là dei continui episodi che possono essere legati a determinate circostanze, è il fatto che comunque il centro è buio e poco affollato. Adesso il sole cala presto e la via Emilia non è illuminata adeguatamente. Quando si spengono le vetrine dei negozi l’oscurità aumenta. E allora il centro si svuota e diventa un luogo di bivacco, non invogliando di certo a uscire. Io quest’anno non ho aderito all’iniziativa delle luminarie natalizie, non trovo giusto dover contribuire a creare un’atmosfera di gioia e spensieratezza quando questa fetta di via Emilia Centro è tagliata fuori dagli eventi, non c’è nulla di degno di nota – conclude Stefano Paganelli - Modena non è al momento una città sicura, la gente non uscirà mai di casa finché è così. I problemi ci sono e vanno affrontati».