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Cimone Enduro District pedala forte sull’Appennino modenese

di Ernesto Bossù

	Andrei, Gianluca, Manuel e Michele, fondatori di Cimone Enduro District, sulle loro mountain bike
Andrei, Gianluca, Manuel e Michele, fondatori di Cimone Enduro District, sulle loro mountain bike

Una realtà appena nata tra amici a Fanano. Due passioni: mountain bike e la bellezza della nostra montagna. Al primo giro organizzato per la ’Ste Sroden sono stati 80 i partecipanti

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FANANO. Unite gli splendidi panorami dell’Appennino modenese – con il Cimone e i suoi sentieri che disegnano un paesaggio mozzafiato – alla passione incrollabile di quattro giovani legati da un sogno comune e da un pizzico sana follia. Così nasce Cimone Enduro District, un progetto tanto recente quanto ambizioso, che si propone di rendere il territorio del Cimone il cuore pulsante di un’avventura senza pari per gli amanti della mountain bike.

Un progetto partito da quattro amici a Fanano

Andrei, Gianluca, Manuel e Michele sono amici di lunga data, uniti non solo dalla passione per le due ruote, ma anche da un profondo legame con la loro terra: «La montagna per noi non è solo un luogo, ma una dimensione: fatica, emozione, conquista. In una parola, casa», raccontano con grande entusiasmo. E unendo le due passioni, lo scorso agosto hanno dato vita a Cimone Enduro District, la realizzazione di un sogno che ha radici profonde nel cuore dell’Appennino emiliano. L’associazione sportiva non si limita a essere un semplice punto di riferimento per gli appassionati di mountain bike, ma si pone l’obiettivo di valorizzare l’intero territorio del Cimone, trasformando i suoi sentieri in un punto d’incontro per ciclisti di tutte le età e livelli. «Viviamo a Fanano, un paesino dove tutti si conoscono. La bici ha trasformato la nostra amicizia in qualcosa di ancora più profondo, spingendoci a creare un progetto che non solo mettesse in risalto le bellezze naturali che ci circondano, ma che avesse anche l’obiettivo di unire la nostra passione per la mountain bike a un forte senso di comunità».

Più di una passione: una missione

Cimone Enduro District è dunque molto più di una semplice associazione sportiva: è una vera e propria missione, che punta a far scoprire la montagna a chiunque desideri viverla, senza distinzioni di esperienza o abilità. Al centro di questo progetto ci sono i sentieri off-road, che rappresentano l’autentica essenza di un territorio che sembra essere stato progettato appositamente per gli appassionati di mountain bike. E perciò, «abbiamo iniziato con piccoli interventi di manutenzione sui percorsi che frequentiamo abitualmente. Ma il nostro progetto più ambizioso è stato riaprire un vecchio sentiero abbandonato da trent’anni, trasformandolo in un percorso che fosse sicuro per i principianti, ma che al contempo fosse anche stimolante per chi ha più esperienza», spiegano con orgoglio.

Le proposte per gli appassionati di mtb

Oggi Cimone Enduro District ha un’ampia offerta. Per chi volesse, dagli esperti fino ai meno avvezzi, l’associazione si propone come guida per esplorare i percorsi dell’Appennino modenese, suggerendo sentieri adatti a principianti e famiglie come itinerari decisamente più tecnici, pensati per gli amanti delle discese mozzafiato. «La montagna insegna a guadagnarsi ogni traguardo – chiosano – e la parte più dura, quella della salita, rende ancora più appagante il piacere della discesa. Per noi, questa è l’essenza dell’enduro: il perfetto equilibrio tra lo sforzo e la libertà». E proprio per questo, i sentieri sono progettati per regalare un’esperienza a 360 gradi, capace di appagare chiunque, dal ciclista alle prime armi all’atleta esperto in cerca di nuove sfide. Cimone Enduro District non si ferma all’aspetto sportivo: per Andrei, Gianluca, Manuel e Michele, la bici è un mezzo che consente di costruire un legame ancora più profondo con il territorio e con la comunità locale: «La risposta che abbiamo ricevuto da Fanano e dalle zone limitrofe è stata incredibile. Non solo da parte di chi già praticava la mountain bike, ma anche da chi, incuriosito, ha deciso di partecipare ai nostri eventi. Il sostegno ricevuto dall’amministrazione comunale e il successo del nostro merchandising sono segnali inequivocabili che siamo sulla strada giusta», raccontano con gratitudine.

Legame con il territorio e progetti

Per loro, la creazione di un legame forte con la comunità è un passo fondamentale: «Vogliamo che i nostri progetti siano condivisi, che la passione che mettiamo nel nostro lavoro coinvolga tutti, perché la montagna è di tutti e deve essere vissuta da tutti». C’è di più: «Siamo convinti che il Cimone offra uno scenario perfetto per ospitare competizioni di alto livello. Magari un domani ospiteremo qualche competizione regionale o nazionale». In pochi mesi di attività, Cimone Enduro District è riuscito a consolidare la sua presenza e ad attirare appassionati da ogni angolo della Provincia. E il segreto del suo successo risiede in una miscela perfetta di competenza, passione e conoscenza approfondita del territorio: «Non c’è esperienza paragonabile al pedalare su questi sentieri – riflettono – perché la montagna ti insegna ad ascoltare, a metterti alla prova, a superare i tuoi limiti e a trovare una connessione autentica con ciò che ti circonda. Noi siamo qui per condividere tutto questo con chiunque voglia mettersi in gioco e scoprire un territorio che ha tanto da offrire», concludono i fondatori.

Il primo giro organizzato

Ottanta persone hanno preso parte al primo giro, lo scorso 9 novembre, organizzato da Cimone Enduro District, un’esperienza che ha segnato il debutto ufficiale dell’associazione nel panorama degli eventi di mountain bike. Prima di questo, i fondatori – Andrei, Gianluca, Manuel e Michele – avevano partecipato a numerosi raduni come guide, ma mai come organizzatori. L’occasione giusta è arrivata in concomitanza con la festa d’autunno di Fanano, la ’Ste Sroden: «Appena si è palesata l’opportunità – sottolineano – non ce la siamo fatta sfuggire. E così abbiamo organizzato il nostro primo giro. Essendo un evento inedito, non ci aspettavamo tutto questo successo, anche perché novembre non è sicuramente il periodo ideale per un raduno di mountain bike. E invece è andata benissimo». Non a caso: ciò che ha reso quell’evento ancora più speciale, è stato il sentiero inaugurato proprio durante giornata. Si tratta di un percorso nuovo, fuori uso da circa trent’anni. «Abbiamo finito di sistemarlo solo pochi giorni prima del giro – sottolineano i quattro ragazzi –, quindi anche noi eravamo curiosi di vedere come sarebbe stato accolto. La risposta è stata entusiasta, sia da chi conosceva già il territorio, sia da chi lo stava esplorando per la prima volta». L’evento è stato apprezzato da tutti i partecipanti, che hanno trovato un’organizzazione impeccabile e una proposta che rispondeva alle loro esigenze.

La soddisfazione di Andrei, Gianluca, Manuel e Michele

Non solo ciclisti esperti, ma anche famiglie e principianti, hanno avuto modo di vivere un’esperienza in completa sicurezza, esplorando nuovi percorsi in compagnia degli amici fondatori: «Vedere le persone felici di aver partecipato al nostro giro è stata la ricompensa più grande. È stato emozionante constatare la tanta gente che ha apprezzato il nostro lavoro, e soprattutto che si è divertita», commentano con orgoglio Andrei, Gianluca, Manuel e Michele.

Il successo del primo evento ha confermato che Cimone Enduro District è sulla strada giusta. La buona riuscita del giro non è solo il frutto di un buon lavoro organizzativo, ma anche di un legame profondo con il territorio e una grande passione per la mountain bike. L’obiettivo degli organizzatori, infatti, non è solo quello di promuovere lo sport, ma anche di valorizzare il territorio del Cimone, mettendo in risalto la bellezza dei suoi sentieri e rendendoli accessibili a un pubblico sempre più ampio: «Abbiamo visto quanto il nostro progetto sia apprezzato, e non possiamo che essere felici di aver dato vita a qualcosa che sta riscuotendo così tanto successo. Il nostro sogno è far crescere sempre di più Cimone Enduro District, per offrire a tutti un’opportunità unica di vivere la montagna», concludono.

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