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Sassuolo, chiude la pelletteria Cavazzuti: «Una storia iniziata 95 anni fa»

di Alfonso Scibona

	Stefano e Antonella Cavazzuti
Stefano e Antonella Cavazzuti

L’attività tra piazza Garibaldi e via Menotti iniziò come una sorta di filiale della cappelleria Miselli di Modena. I fratelli Stefano e Antonella gli ultimi titolari: «Il rilascio della licenza a nostro nonno risale al 23 dicembre 1930, quando cominciò tutto. Le nuove generazioni preferiscono dedicarsi ad altro»

30 novembre 2024
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SASSUOLO. Chiude per sempre o, più comunemente, durante il prossimo mese di dicembre, vi si leggerà un cartello: “Vendita promozionale per cessata attività”. Si tratta di una delle sigle storiche di Sassuolo, in pieno centro, al crocevia tra piazza Garibaldi, via Menotti e via Battisti: la storica “Cappelleria Cavazzuti”, poi diventata anche pelletteria e valigeria.

L’inizio come filiale della cappelleria Miselli

«L’attività – racconta Stefano Cavazzuti, attuale titolare insieme alla sorella Antonella – ebbe inizio con il rilascio della prima licenza a mio nonno Tomaso, con una emme, il 23 dicembre del 1930: 95 anni fa. Il nonno gestiva in questo modo una sorta di filiale della cappelleria Miselli di Modena ed era in via Menotti. Il corso dell'attività è proseguito fino al 1932 quando, poco prima di aprire nell'attuale sede, il nonno venne a mancare ed il tutto fu portato avanti dalla nonna col fratello Sergio».

La trasformazione in valigeria e pelletteria

La trasformazione con l’allargamento della tipologia merceologica negli Anni Sessanta. «Esattamente – continua Stefano Cavazzuti – con l’arrivo anche del marchio Samsonite ed altri di valigeria e pelletteria di pregio. Tutto questo fino al 1999 anche se, dal 1993 in avanti arrivai io e pochi anni dopo mia sorella Antonella. Io, in realtà “bazzicavo” già in negozio e mi ricordo che alla vigilia di Natale davo una mano, poi tutti a mangiare dalla nonna che abitava in centro».

L’attività dei Cavazzuti, soprattutto tra il 1960 e la fine del secolo scorso, si allargava anche ai mercati dove i cappelli erano un genere che “tirava molto” e per la ditta erano entrate importanti.

La fine di una lunga avventura

La chiusura di questa attività, da qualche giorno, era sulla bocca di tanta gente che ne aveva fatto un punto fermo per gli acquisti di qualità ed in tanti si sono fermati a chiederne i motivi, che non sono assolutamente di carattere economico e di fatturato. «È solamente una motivazione semplice – conclude Cavazzuti, che raggiunta la pensione vuole “coltivare le sue passioni” e dare tempo a se stesso – e di questi tempi molto ripetitiva: le nuove generazioni non vogliono più fare questi mestieri ed in particolare anche i figli miei di Antonella hanno da tempo scelto altre strade. Siamo consapevoli che questo tipo di attività presuppongano passione, dedizione ed anche qualche sacrificio. Oggi queste caratteristiche i giovani, non solamente i nostri figli, preferiscono indirizzarle verso altre attività moderne e proiettate verso il futuro, del quale conosciamo solo in parte i contenuti».

Una cosa è certa: nell’angolo tra piazza Garibaldi e via Menotti nel 2025 mancherà di certo una serie di prodotti che ebbero fulgore negli anni prima della seconda guerra e avranno lustro fino alla fine di quest'anno. Poi tutto cesserà per sempre.

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