I primi vent’anni di Dispensa Emilia: «Siamo in 7 regioni con 900 dipendenti»
L’azienda modenese, partita come tigelleria, continua la sua crescita: «Cinque nuove aperture nei prossimi 6 mesi in Emilia Romagna per coprire tutte le province della regione, oltre alla Lombardia e al Veneto, dove è in programma un’importante apertura a Marghera nel 2025. Poi il Sud e l’estero»
MODENA. Era il 2004, Facebook rivoluzionava il mondo dei social network, le Olimpiadi tornavano ad Atene per la prima volta nell’era moderna, la prima sonda spaziale atterrava su Marte. Nel fermento dell’esordio del nuovo millennio, a Casalecchio di Reno nasceva Dispensa Emilia, da un’intuizione del fondatore e presidente Alfiero Fucelli che, assieme a due soci, decise di fare delle tradizionali tigelle dell’Appennino emiliano una idea di business.
I primi ristoranti a Modena
La prima Dispensa era poco di più di una tigelleria. Solo più tardi, con i primi ristoranti a Modena, vennero introdotti il gnocco fritto e i primi piatti tipici della cucina emiliana. Il format scelto è il «“fast casual”, che abbina la velocità e la convenienza della ristorazione veloce con ordine e pagamento in cassa, al comfort del servizio al tavolo e alla qualità di un vero ristorante», fanno sapere dall’azienda.
Da allora, molte cose sono cambiate: dal primo storico locale aperto nel 2004 nel centro commerciale Shopville di Casalecchio oggi Dispensa Emilia si appresta a inaugurare a Ravenna il suo 50esimo ristorante (tutti in gestione diretta) ed è presente anche in Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Lazio e Campania. Sette regioni per 900 addetti.
Il brand, che dal 2018 fa capo al fondo Investindustrial di Andrea Bonomi, ha vissuto negli ultimi anni una crescita importante, con un fatturato salito dai 35 milioni di euro del 2022 ai 49 milioni del 2023 e la previsione di avvicinare i 60 milioni a fine 2024.
L’amministratore delegato Alessandro Medi
«Grazie alla gestione diretta di tutti i locali, stiamo riuscendo a crescere senza perdere di vista i nostri tratti distintivi, che cominciano dalla qualità artigianale dei nostri piatti – commenta Alessandro Medi, amministratore delegato di Dispensa Emilia –. Questi 20 anni di successi sono il frutto della capacità di coniugare bontà, comfort e accoglienza tipici della tradizione emiliana e un’esperienza di consumo all’insegna di rapidità e accessibilità di spesa, con uno scontrino medio tra i 10 ed i 15 euro a testa. E vogliamo continuare in questa direzione, contenendo l’incremento dei prezzi senza rinunciare a qualità del prodotto e rapidità del servizio, per diventare la prima alternativa del mangiare fuori casa, conveniente per tutti e con una personalità distintiva sul mercato. Dal punto di vista dello sviluppo – continua Medi – l’obiettivo del nostro piano triennale è arrivare ad avere una presenza qualificata in buona parte del Centro Nord, con una media di 10/15 aperture all’anno, sia su strada sia all’interno di centri commerciali, ed avvicinare i 100 milioni di euro di fatturato nel triennio».
Il futuro: nuove aperture in arrivo
Nel breve periodo sono previste 5 nuove aperture nei prossimi 6 mesi in Emilia Romagna per coprire così tutte le province della Regione, oltre alla Lombardia e al Veneto, dove un’importante apertura a Marghera è già pianificata per il 2025.
Le diverse nuove insegne si posizioneranno soprattutto sulle grandi arterie stradali come la via Emilia e la Statale Romea, con il format “stand alone” posizionato comodamente su strada.
Il futuro dello sviluppo prevede anche un’espansione nel Sud Italia e all’estero, con la prospettiva di avviare accordi di franchising e partnership per le location geograficamente distanti, e l’obiettivo di potenziare il format dei ristoranti compatti, di dimensioni più contenute, per poter presidiare anche i centri commerciali più piccoli e i centri storici.
Da vent’anni un terzo di quello che viene servito a tavola è preparato direttamente da Dispensa Emilia nell’unità produttiva di Modena, che a breve si espanderà dagli attuali 1.500 metri quadrati di laboratori ad almeno 3mila per accompagnare il piano di sviluppo di nuove linee prodotto e preservare al tempo stesso la genuinità delle ricette, tramandate nel tempo dalle rezdore emiliane.
Il fondatore Alfiero Fucelli
«Molti dei semilavorati che utilizziamo sono preparati nella nostra unità produttiva, dalle tigelle al gnocco fritto fino al ragù e alle polpette, con materie prime e fornitori locali, molti dei quali sono con noi dal primo giorno di 20 anni fa – spiega Alfiero Fucelli, fondatore e presidente di Dispensa Emilia – per essere poi cucinati e impiattati al momento dell’ordine nei ristoranti, davanti agli occhi dei clienti, grazie alle cucine sempre a vista. Così preserviamo l'artigianalità e la tradizione culinaria dell’Emilia. Nei nostri ristoranti ci si sente a casa, accolti in un’atmosfera confortevole e familiare: un vero e proprio invito alla convivialità, che contraddistingue da sempre noi italiani, e che puntiamo a esportare nel mondo».
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