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Il caso

L’avvocato dello “sceriffo” Domenico Lanza: «Non è stato l’ultimo a vedere e parlare con Daniela Ruggi»

di Daniele Montanari
L’avvocato dello “sceriffo” Domenico Lanza: «Non è stato l’ultimo a vedere e parlare con Daniela Ruggi»

Fausto Gianelli, difensore dell’uomo di Polinago arrestato per detenzione abusiva di armi e indagato per la scomparsa della 31enne di Vitriola di Montefiorino, assicura: «Nessuna chat cancellata dal cellulare»

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POLINAGO. «L’ultima volta che mi sono sentito al telefono con Daniela Ruggi è stato dieci giorni prima della sua scomparsa. L’ultima volta che ci siamo visti, a casa mia per una doccia, alcuni giorni prima. Non sono l’ultima persona che l’ha vista o sentita».

È quanto ha assicurato al suo avvocato, Fausto Gianelli, Domenico Lanza, “lo sceriffo” di Polinago arrestato per detenzione abusiva di armi, di cui due alterate, e unico indagato per ora, con l’accusa di sequestro di persona, per la scomparsa della 31enne di Vitriola. Tanto che gli sono stati sequestrati macchina, cellulare e la sua casa di San Martino, dove verranno i Ris alla ricerca di tracce di Daniela utili a capire che cosa le sia successo.

La frequentazione

Stando alla sua versione, lo “sceriffo” ieri ha chiarito elementi importanti, che se confermati dalle indagini potrebbero scagionarlo. «Gli ho chiesto di concentrarsi bene sulle date – spiega l’avvocato – ed è venuto fuori questo. Mi ha detto che con Daniela in realtà c’è stata solo una breve frequentazione iniziata ad agosto 2024, quindi poco più di un mese, prima che sparisse. Mi ha riferito che si saranno visti 3-4 volte a casa sua: lui, che l’aveva vista a volte per strada in stato disordinato, una volta le ha parlato e ha capito che non aveva fatto né colazione né pranzo, e che a casa non aveva neanche l’acqua. Pensò di invitarla a casa sua per aiutarla: dandole la possibilità di lavarsi e mangiare qualcosa. Gli slip e i calzini che ha mostrato in tv erano già precedentemente di Daniela: li aveva lavati lei stessa a casa di Lanza, e li aveva lasciati lì per avere un cambio la volta che fosse tornata per una doccia. Dunque, non c’è nulla di strano sul fatto che lui li conservasse».

Il telefono

Ma Lanza ha parlato anche del telefono, anzi dei telefoni: «Le regalò un suo vecchio telefono che non usava più – continua Gianelli – che non aveva neanche Whatsapp. L’ha sempre chiamata su quel telefono, che era poi il suo, e messaggiata solo tramite sms. Non c’è dunque nessuna chat Whatsapp con Daniela che Lanza abbia cancellato dal suo telefono: ci sono solo sms, e ci sono ancora tutti quelli scambiati con lei, ne sono stati cancellati altri. A volte Daniela usava Whatsapp sul telefono di Lanza: in questo caso alcuni messaggi sono stati trovati e altri no. Ma confidiamo che venga tutto chiarito con la perizia che verrà fatta, per cui nomineremo sicuramente un consulente. È vero che ha mandato a Daniela sms e messaggi in segreteria dopo la sua scomparsa, ma erano quelli di una persona preoccupata per lei, come altre, e sono rimasti senza risposta». Gianelli ha parlato anche col figlio di Lanza, che vive a Cavriago, nel Reggiano: «È fermamente convinto dell’innocenza del padre. Sa che a volte è un po’ confusionario e improvvido con le parole. Ma sa anche che è un uomo parzialmente invalido per un infortunio sul lavoro, che cammina male e che non riesce neanche a caricarsi in spalla un sacco da 5 chili: non è in grado di sostenere una colluttazione, né di fare male ad alcuno».

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