Maserati rallenta ancora: a Grugliasco 52 licenziati dal fornitore giapponese Yazaki
L’azienda del Torinese ha lasciato a casa 52 operai per lo stop agli ordini del costruttore. Modena per ora regge con la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali disponibili
MODENA. Mentre nel Torinese si susseguono le chiusure di fornitori della Maserati (è di ieri la notizia del licenziamento di 52 operai da parte della giapponese Yazaki di Grugliasco per lo stop agli ordini del costruttore) le difficoltà del Tridente nella nostra provincia non hanno ancora portato all’apertura di vertenze in merito. «Per ora le imprese stanno utilizzando, e lo faranno anche nei prossimi mesi, gli ammortizzatori sociali disponibili e la cassa integrazione – spiega Alessandro Bonfatti, segretario Fim Cisl Emilia Centrale – ma il problema riguarda tutto il settore della meccanica».
Le ore di cassa integrazione
L’incremento nel modenese delle ore di cassa integrazione guadagni (+29,3%) nei primi otto mesi del 2024 (mentre a livello nazionale tale crescita si è fermata al 20,5%) è sicuramente da addebitare alle difficoltà in cui sta incorrendo anche questo settore ma non è certo solo l’automotive che ha il fiato corto; la meccanica agricola è decisamente in difficoltà, l’oleodinamico pure e ci sono imprese importanti della zona in cassa integrazione da tempo. Nel comparto della meccanica l’artigianato poi rappresenta il 50,1% delle imprese modenesi, e nei primi 9 mesi del 2024 (dati Lapam) il valore dell’assegno di integrazione salariale a cui hanno dovuto fare ricorso le imprese è triplicato (+201,5%), rispetto allo stesso periodo dell’anno del 2023. E proprio nel caso delle micro e piccolissime imprese la chiusura definitiva di queste attività non fa rumore.
L’analisi della Fiom Cgil
«Nel Modenese non si può parlare come altrove di chiusure, anche se l’impatto delle difficoltà di Stellantis si fa sentire in termini di richiesta di ammortizzatori sociali e cassa integrazione – commenta Stefania Ferrari, segretaria generale della Fiom Cgil provinciale – pure da parte di aziende da 40-50 dipendenti. Molte di queste però non hanno come cliente unico nel settore automotive il Gruppo franco-italiano e dunque possono giovarsi dei risultati positivi di altri marchi, che continuano a portare ordini».
L’analisi di Cna Modena
«Gran parte dell’automotive del Modenese si sviluppa attorno alle supercar, Maserati compresa, ma il peso di questo marchio da solo non è tale da creare le problematiche maggiori. Peraltro, Ferrari e Pagani, così come altri marchi importanti del motorsport, non denunciano, per ora, difficoltà come quelle palesate da Maserati. Siamo piuttosto estremamente preoccupati della situazione che si va profilando ad esempio – dice dal canto suo Cna Modena – per quanto riguarda l'oleodinamica e le macchine per l’agricoltura e il movimento terra. Queste difficoltà sono spiegate da diversi fattori; transizione energetica, guerra ucraino-russa, mancato sostegno agli investimenti (Industria 5.0 non rappresenta, soprattutto per le prime, un valido strumento in questo senso), recessione industriale in Germania».