Qualità della vita, Modena giù: perse 14 posizioni in un anno, ora è 21ª in Italia. Ecco cosa funziona e cosa non va
Nel 2024 scivola fuori dalla Top 20 in Italia: dodici mesi prima era settima. Bene gli stipendi, male sicurezza e ambiente. E troppe aziende chiudono
MODENA. Che colpo basso. Modena, da sempre una provincia simbolo di efficienza, una provincia “che sa fare bene”, scivola dal settimo al ventunesimo posto nella classifica sulla qualità della vita 2024 stilata dal Sole 24 Ore. Un crollo di ben 14 posizioni, che la riporta ai livelli del 2022, ma con un retrogusto decisamente più amaro. Questa volta, infatti, non sono solo i numeri a pesare, ma l’immagine di un territorio che, nonostante i suoi storici punti di forza, si scopre vulnerabile, alle prese con sfide che non riesce a vincere.
Cosa funziona
In questo scenario, che sembra a tratti opaco, non mancano tuttavia le luci. Modena continua a confermare alcune delle sue eccellenze, che la mantengono comunque nella parte alta della classifica, sebbene ormai lontana dal podio. Tra i dati più positivi, spicca il primo posto assoluto per consumo di beni durevoli, un risultato supportato anche dal quarto posto per la retribuzione media dei lavoratori dipendenti, che conferma un mercato del lavoro relativamente forte. Il valore aggiunto per abitante, un altro dei parametri che definiscono la prosperità economica, si colloca al settimo posto a livello nazionale: dato che, seppur positivo, non basta a nascondere il rallentamento delle altre voci economiche. Anche sul fronte della digitalizzazione, Modena non sfigura. Anzi, riesce a ottenere un importante risultato: la provincia si piazza al quinto posto per quanto riguarda la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. Questo testimonia l’efficienza e la capacità degli enti locali di rispondere alle sfide del cambiamento tecnologico, cercando di migliorare la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza e di restare al passo con i tempi. Inoltre, la città si distingue anche per la qualità di vita delle donne, con la provincia che si posiziona in un solido nono posto nella classifica italiana.
Cosa non va
Ma ciò non basta: questi successi non bastano a mascherare le fragilità. Il dato che più preoccupa riguarda la categoria “Affari e lavoro”, dove Modena perde ben 24 posizioni. La provincia paga soprattutto la pessima performance sul fronte delle imprese cessate, con un allarmante 104esimo posto, un segnale inequivocabile di un tessuto economico che si sta indebolendo. Le aziende che chiudono sono uno specchio di un sistema produttivo che sembra non reggere più come un tempo, lasciando intravedere crepe in un modello economico che in passato era stato considerato stabile e in crescita. A questa preoccupante perdita si aggiunge, poi, il 100esimo posto per il trend del Pil pro capite, un altro segnale che la crescita economica della provincia è ormai stagnante, e l’82esimo posto per disuguaglianza di reddito, che evidenzia un divario sempre più ampio tra chi guadagna tanto e chi fatica a tenere il passo.
Il tema sicurezza
Le difficoltà non si fermano qui. Anche il fronte della sicurezza presenta segnali preoccupanti, che abbiamo più volte riportato anche sulle pagine della Gazzetta. Modena scivola al 92esimo posto nell’indice di criminalità, segnalando un aumento dei crimini, in particolare furti, rapine e scippi, che contribuiscono a creare un clima di insicurezza tra i cittadini. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine, la provincia sembra faticare a garantire la tranquillità che l’ha sempre contraddistinta. Inoltre, il settore ambientale, che già a ottobre aveva visto Modena piazzarsi al 27esimo posto nella classifica stilata da Legambiente, non sembra promettere miglioramenti, diventando un altro tasto dolente. Nella classifica del Sole 24 Ore, la provincia si trova al 103esimo posto per la concentrazione di polveri sottili, dato che segnala una situazione ambientale tutt'altro che positiva, legata in gran parte all’inquinamento atmosferico e al traffico. Al 82esimo posto si piazza l’indice del clima, che misura la vivibilità delle condizioni atmosferiche, e poi c’è un 93esimo posto per la presenza di aree protette, segnalando una carenza nelle aree naturali protette rispetto alla media nazionale, un aspetto che la provincia dovrà affrontare con maggiore attenzione, se vorrà proteggere il proprio patrimonio ambientale. Anche sul fronte culturale, Modena non sembra essere al passo con le aspettative. Nonostante la provincia vanti una tradizione culturale solida, la sua offerta culturale si ferma al 66esimo posto nella classifica nazionale. La spesa dei Comuni per la cultura, inoltre, crolla all’86esimo posto, segnando una progressiva marginalizzazione della cultura rispetto ad altre priorità. Insomma, Modena è una provincia sospesa tra luci e ombre, tra eccellenze consolidate e fragilità sempre più evidenti. I segnali di allarme ci sono, e sono sotto gli occhi di tutti. Il rischio è che questi problemi diventino strutturali; tuttavia, la storia di Modena insegna che la provincia ha una resilienza straordinaria, che le ha permesso di risalire più volte la china nei momenti di difficoltà. La sfida per il futuro è aperta, e le carte per riuscire a rilanciarsi ci sono - quasi - tutte. Ciò che serve, ora, è la capacità di giocarle con decisione.