Matrimoni, a Modena tre coppie su quattro non si sposano in chiesa
Il rito religioso scende al 23%, don Trevisan: «Per la Chiesa unione indissolubile Giusto farlo solo se si è consapevoli e convinti»
MODENA. Chi decide di sposarsi a Modena predilige il rito civile, tanto che il dato dei matrimoni in chiesa è crollato.
I dati parlano chiaro. Nel 1980 la percentuale di riti celebrati civilmente era il 27%, con 536 matrimoni celebrati in chiesa e 198 in comune. La percentuale del 2024 è opposta: da gennaio a novembre è del 77,8% (102 con rito religioso, 357 civile).
Il commento
Sulle motivazioni che hanno portato a questo cambio di rotta radicale, si è espresso don Maurizio Trevisan (direttore della Pastorale famigliare e del Centro di consulenza per la famiglia della Diocesi di Modena): «È innegabile che negli ultimi decenni ci sia stato un calo nella frequentazione delle parrocchie – spiega –. Questo dato è strettamente collegato a quello dei matrimoni: meno persone praticano la fede cattolica, perciò non sentono nemmeno la necessità di sposarsi in chiesa. Un tempo era anche una questione di tradizione, ma al giorno d’oggi l’usanza è andata persa».
Lati positivi?
Don Trevisan, però, non vede questo dato come strettamente negativo: «Da un lato è giusto che chi non crede scelga di sposarsi altrove, soprattutto perché il matrimonio è un sacramento indissolubile per la Chiesa cattolica. Credo sia sensato che le coppie che decidono di sposarsi, se non si sentono pronte a caricarsi di questo impegno, optino per il rito civile – che stabilisce un legame meno stringente – comunque come Chiesa il nostro obiettivo rimane quello di evangelizzare e riportare i giovani a frequentare le parrocchie».
Cambia la società
Un altro aspetto da considerare riguarda i cambiamenti nella società: «Anni fa il matrimonio era visto come vantaggioso anche perché andava a tutelare le donne e i bambini, visti come elementi più deboli della comunità. Per fortuna le cose ad oggi sono cambiate, le donne non hanno più bisogno di avere un marito a cui appoggiarsi».
Ad ogni modo, come spiega don Trevisan, il matrimonio per la Chiesa resta un percorso di fede: le coppie prima di sposarsi devono partecipare ad un corso prematrimoniale, che prepara gli sposi all’unione ma che richiede assoluta convinzione da parte loro per essergli utile.
I numeri
Tornando ai dati, la tendenza degli ultimi anni è favorevole al rito civile: dal 2004 ad oggi la percentuale dei matrimoni celebrati fuori dalla chiesa è passata dal 53,3% al 77,8%.
Interessanti anche i numeri del periodo della pandemia, che sono certamente frutto delle norme contro il Covid 19: nel 2020, le celebrazioni religiose sono state 62 contro le 260 civili (con la percentuale che è salita all’80,7%); nel 2021 si sono sposate 332 coppie con rito civile e 124 in chiesa.
Dal 2002 in avanti la percentuale delle unioni non religiose non è mai scesa sotto al 50%, crescendo in maniera stabile fino a novembre 2024.
Va sottolineato che il numero totale dei matrimoni è calato abbondantemente negli ultimi 44 anni: nel 1980 si sono sposate, in tutto, 734 coppie; nel 2023 (ultimo anno solare completo di cui ci hanno i dati) solo 491. L’anno che ha visto il numero più alto coppie di sposarsi è stato il 1988, con 816 matrimoni celebrati tra chiesa e comune. Numeri di un’altra epoca.
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