Sassuolo, la tabaccheria Bellodi va in pensione: «Qui sono entrati Michele Placido e Gino Bramieri»
Fu inaugurata nel 1956 da Aleardo Bellodi e Antonietta Berni in piazza Garibaldi, poi si spostò in via Mazzini. L’attuale titolare, il figlio Tiberio, dopo l’ictus che lo ha colpito a gennaio, ha deciso di cedere l’attività: «Da gennaio 2025 una famiglia la rileverà. Tra i clienti affezionati anche Acerbi, Defrel e Magnanelli»
SASSUOLO. Un altro pezzo di storia del centro di Sassuolo a fine anno non ci sarà più. Passa di mano, cede l'attività, per avere raggiunto la pensione, la tabaccheria Bellodi di via Mazzini, inaugurata nel 1956. Aperta da Aleardo Bellodi e Antonietta Berni, marito e moglie, genitori dell'attuale titolare Tiberio, la tabaccheria è stata per anni in piazza Garibaldi, sotto il portico adesso occupato dal bar Commercio, poi è passata in via Mazzini, nell'attuale sede del Credem e, dal 1981, in quella attuale, sempre in via Mazzini, al civico 29.
L’avventura di Tiberio Bellodi lunga quasi mezzo secolo
«Entrai a tempo pieno in attività – ricorda oggi Tiberio – quando morì mio padre nel 1979 e con mio fratello Alberto decidemmo di dividerci la successione».
Due anni dopo il matrimonio con Carla, dal quale sono nati tre figli; Elisa, Luca e Marco. Qualche anno dopo Carla è entrata a tempo pieno nell'attività, dove opera tutt'ora. Una attività che negli anni ha aggiunto alla vendita di generi di tabaccheria anche la ricevitoria e gli articoli da regalo, diventando un punto di riferimento fisso del centro storico, a due passi dal teatro Carani.
«Proprio per questo – continua Tiberio – tra coloro che sono entrati in tabaccheria, ricordo Gino Bramieri, Michele Placido e tanti altri attori mentre il mondo del calcio ha visto tra i clienti Acerbi, Defrel e Magnanelli».
L’ictus, la ripresa e la decisione di cedere
Il 27 gennaio di quest'anno Tiberio, proprio all'interno della tabaccheria, è stato colpito da un ictus. «Sono stato sfortunato e fortunato al tempo stesso – spiega – perché i soccorsi mi hanno trasferito all'ospedale di Baggiovara dove mi sono immediatamente state prestate le cure e sono stati limitati i danni tanto che, 40 giorni dopo, sono uscito con i miei piedi. L'età avanzata mi ha consigliato di riprendere la ricerca di qualcuno a cui cedere l'attività e nei mesi scorsi abbiamo trovato una famiglia che dal prossimo anno, già a gennaio, rileverà il tutto. Questo mi consentirà di dedicarmi a fare quello che fino ad oggi non ho potuto permettermi per mancanza di tempo e di questo sono davvero contento. Farlo con calma e senza dover ritagliare del tempo al lavoro è importante».