Gazzetta di Modena

Modena

L’intervista

Capodanno, attenzione ai botti. Il medico: «A Modena già due amputazioni alla mano per colpa di petardi nel 2024»

di Ginevramaria Bianchi

	Il professor Andrea Leti Acciaro spiega i rischi dei botti
Il professor Andrea Leti Acciaro spiega i rischi dei botti

Il professor Andrea Leti Acciaro, nuovo direttore Chirurgia della mano al Policlinico: «Gli adolescenti, in particolare i maschi, sono i più inclini a sottovalutare i rischi»

3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. Capodanno è alle porte, e con lui anche i festeggiamenti, i fuochi d’artificio e, purtroppo, i rischi legati ai botti. Ogni anno, le celebrazioni per la notte di San Silvestro lasciano dietro di loro un bilancio di incidenti, spesso gravi e irreparabili. Le mani, gli occhi, le braccia, le gambe: queste le zone del corpo generalmente più colpite, con lesioni che in molti casi assumono le caratteristiche di traumatismi bellici per gravità e complessità.

Il professor Andrea Leti Acciaro, neodirettore della Struttura Complessa di Chirurgia della mano dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, fa chiarezza sull’argomento e invita tutti i cittadini all’attenzione e alla prudenza in vista della notte di Capodanno e dei rischi legati ai botti.

Professor Leti Acciaro, i botti sono davvero così tanto pericolosi?

«I danni dei botti, soprattutto quelli artigianali o assemblati in maniera impropria, procurano traumi simili a quelli di natura bellica: direi che ciò renda bene l’idea dell’impatto devastante che possono avere. Parliamo di lesioni difficili da riparare, con danni permanenti alle mani, agli occhi e alle braccia. Anche la chirurgia ricostruttiva, che pure offre risultati straordinari, fatica a rimediare a traumi così gravi».

Quali sono le lesioni più comuni legate ai fuochi d’artificio?

«Le lesioni variano da semplici ustioni fino a danni estremamente gravi, come amputazioni e distruzioni ossee e tissutali. Le dita più colpite sono il pollice, l’indice e il medio. Non dimentichiamo, inoltre, i danni visivi e uditivi, che possono lasciare conseguenze permanenti».

I botti legali sono più sicuri di quelli artigianali o assemblati impropriamente?

«Sì, quelli venduti legalmente sono meno rischiosi perché rispettano normative che ne prevedono meccanismi di attivazione più controllabili. Tuttavia, anche questi non sono completamente sicuri. Spesso capita che dei banali petardi vengano assemblati in grande numero per alterarne l’esplosione. Oppure che non si accendano correttamente durante la notte di Capodanno e rimangano latenti a terra, finché il giorno dopo qualcuno non li raccoglie da terra e si fa male. Spesso capita ai bambini nei parchi, e il rischio è altissimo nel loro caso, perché più piccole sono le parti del corpo, più il danno è grande. Insomma, qualsiasi fuoco d’artificio comporta un rischio, e per questo vanno maneggiati con estrema prudenza».

Quali sono i numeri degli incidenti dello scorso anno?

«Non ho numeri precisi, ma posso dire che l’anno scorso è stato relativamente tranquillo, con bruciature e ustioni come lesioni prevalenti. Tuttavia, quest’anno abbiamo già avuto due casi di lesioni amputanti alla mano a causa dei petardi».

Chi tende a essere il bersaglio maggiore di queste lesioni?

«Gli adolescenti, in particolare i maschi, sono i più inclini a sottovalutare i rischi dei botti. Pensano di avere il controllo di questi ordigni, ma non è così. E poi, come dicevo prima, i bambini, che rischiano soprattutto il giorno dopo, raccogliendo botti inesplosi nei parchi o per strada».

Tralasciando l’argomento dei botti di Capodanno, come si trova al Policlinico con questo nuovo prestigioso incarico?

«Si tratta di un grande onore per me dirigere la Struttura Complessa di Chirurgia della mano del Policlinico di Modena. Il nostro centro è stato il primo in Italia, e ha una tradizione prestigiosa. Sono davvero fiero di portare avanti questo incarico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA