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La tragedia

Morto in un incidente stradale a 17 anni, la rabbia del papà: «Quell’auto sfrecciava ai 100 all’ora»

di Gabriele Canovi
Morto in un incidente stradale a 17 anni, la rabbia del papà: «Quell’auto sfrecciava ai 100 all’ora»

Il messaggio scritto dal padre di Manoel de Oliveira Bastos, il giovane di Montese che ha perso la vita in un tragico schianto a Spilamberto giovedì 26 dicembre

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MONTESE. «Scusate se non vi ho risposto ieri, ma sono stato dimesso dall’ospedale e ora sono a casa, cosciente di non avere più il mio Manoel e con il rischio di avere tra le mani una bomba a orologeria». Ha appena perso un figlio di 17 anni in un drammatico incidente, ma, Paulo de Oliveira, scrivendoci mentre torna nella sua casa di Montese, si scusa per non averci risposto prima. Basterebbe questo dettaglio per rendere idea dell’umanità di questo padre, che ora piange un figlio neanche maggiorenne e prega per la vita di sua moglie, ricoverata in Terapia intensiva all’ospedale Maggiore di Bologna.

Cosa è successo
Ripensando al tragico incidente a Ergastolo di Spilamberto – in via Montanara ha perso la vita suo figlio Manoel de Oliveira Bastos ed è rimasta gravemente ferita sua moglie di 60 anni – dalla bocca di Paulo escono parole dense di lacrime: «Io questa famiglia la amo con tutto il mio cuore – racconta – oggi (ieri, ndr) ho rivisto mia moglie per la prima volta dall’incidente, ed era in coma. Il mio incubo non è ancora finito».


La rabbia del papà
Parole di lacrime e anche di rabbia: «L’automobilista che si è scontrato con noi giovedì sera correva, con un bolide, ad oltre cento chilometri orari in una via in mezzo ai campi – dice il papà di Manoel – Ovviamente non spero che perda la sua compagna, perché questo non si augura a nessuno, ma vorrei che lo mettessero in qualche luogo chiuso a ragionare sulla sua vita e su ciò che ha fatto. Mi ha portato via un figlio e rischia di portarmi via mia moglie. Sono molto triste e amareggiato». Su quell’auto viaggiavano due giovani, le cui condizioni sono migliorate negli ultimi giorni: la 26enne è uscita dalla Terapia intensiva, mentre il 21enne è stato ricoverato in Chirurgia generale con una prognosi di 20 giorni.


Il ricordo del figlio
La voce di de Oliveira diventa singhiozzante quando parla del “suo” Manoel: «Era il mio terzo figlio ed era davvero un bravo ragazzo – dice – Aveva la “morosa” romana e anche lei ora sta molto male. A scuola (studiava al “Levi di Vignola) è sempre stato il migliore o al massimo il secondo della classe. Da padre vi dico che mio figlio non ha mai avuto bisogno di essere seguito e che ha sempre fatto il suo dovere in autonomia. Era bravissimo in informatica e si preparava per andare all’università, alla facoltà di Matematica. All’ospedale ho avuto la visita di quasi tutti i suoi amici e ho capito quanto bene gli volessero. Mi verrebbe da definirlo come un “super ragazzo”. È diventato così bravo senza perdere l’umiltà. Per esempio, finiva i compiti di scuola e poi aiutava gli amici a finire i loro».

L'appello ai giovani
Paulo, molto conosciuto a Montese insieme alla sua famiglia, ha voluto anche rivolgere un pensiero ai più giovani: «Il messaggio che posso dare ai coetanei di Manoel è prima di tutto il rispetto: rispettatevi sempre, gli uni con gli altri, a scuola e tra gli amici – conclude – Solo così si può arrivare ad una corretta convivenza in società. Penso anche al rispetto dei segnali stradali e della velocità. Vedendo la velocità con cui quel giovane mi ha raggiunto nel mio senso di marcia in una stradina dove vige il limite dei 50 orari, credo sia importante ribadire quanto sia fondamentale il rispetto delle regole».

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