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Il monito

Il 2024 è stato il terzo anno più caldo di sempre a Modena

di Alice Tintorri
Il 2024 è stato il terzo anno più caldo di sempre a Modena

L’indagine del meteorologo Lombroso: «Le cause del riscaldamento globale sono reali»

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MODENA. Riscaldamento globale e cambiamento climatico sono state, nell’arco del 2024, tematiche all’ordine del giorno. Nuovi record negativi sono stati registrati non soltanto a livello globale, ma anche localmente, con disastrose, quanto note, conseguenze ambientali, sociali ed economiche. A confermarlo è stato lo studio “A comparative analysis of temperature trends at Modena Geophysical Observatory and Mount Cimone Observatory, Italy” recentemente condotto dall’Osservatorio Geofisico di Unimore, che ha esplorato le tendenze di riscaldamento locali a Modena e sul monte Cimone, aree che vantano serie storiche meteoclimatiche riconosciute a livello internazionale.

Lo studio
«I risultati evidenziano trend di riscaldamento impressionanti, con un raddoppio nelle temperature massime e minime nel lasso di tempo che va dal 1981 al 2018, rispetto al periodo che va dal 1951 al 2018. L’entità del riscaldamento globale che stiamo sperimentando in questi ultimi anni è allarmante: nello studio si parla di un aumento di 8 gradi in 100 anni», ha spiegato Luca Lombroso, meteorologo modenese e divulgatore ambientale.
Il 2024 si conferma per il territorio modenese il terzo anno più caldo di sempre, con una temperatura media annua di 16,7 gradi. Il podio è però condiviso con il 2022 e i suoi 16,8 gradi e il 2023, con 16,9 gradi: i tre anni più caldi di sempre sono, non a caso, i più recenti.


Come è cambiato il clima a Modena
Un dato impressionante, ma non l’unico. Le alte temperature, per quanto allarmanti, non sono infatti il solo sintomo del riscaldamento globale. Il caldo record è stato infatti accompagnato da piogge intense, che hanno fatto registrare un aumento del 31 per cento rispetto alla media di precipitazioni registrata tra il 1991 e il 2020. Ma il clima modenese, quindi, sta diventando tropicale? «Non si tratta di un clima tropicale, ma di un clima caratterizzato da fenomeni meteorologici sempre più estremi, con contrasti e polarizzazioni accentuati: ondate di calore sempre più intense e periodi di precipitazioni concentrate e violente sono la conseguenza diretta del cambiamento climatico. Adattamento e prevenzione, accompagnati da una riflessione profonda sul nostro futuro, sono sempre più necessari», ha continuato Lombroso.
Le cause
A giocare un ruolo cruciale in questi processi è l’urbanizzazione, attraverso il fenomeno dell’isola di calore urbana, che ha contribuito fino al 65 per cento all’aumento delle notti calde e per il 37 per cento alla diminuzione dei “giorni di ghiaccio”, una volta comuni durante gli inverni modenesi. «Lo studio condotto ha dimostrato come l’isola di calore sia un elemento importante, ma insufficiente a spiegare i cambiamenti in corso a Modena. Gli effetti del riscaldamento globale sono inequivocabili anche sul nostro territorio».
Quel lontano 1985...
Il cambiamento del clima locale è tangibile, tanto più se messo a paragone con la storica ondata di gelo e neve del 1985. Esattamente 40 anni fa, in questi giorni, iniziava infatti un evento meteo estremo straordinario, che fece registrare a Modena la temperatura più bassa in assoluto: -15,5 gradi, mentre a Carpi il termometro scese fino a -26. Nevicate ininterrotte fino alla fine di gennaio, con accumuli irripetibili per quantità ed estensione: Modena, paralizzata da quasi un metro di neve, oggi è difficile anche solo da immaginare.