Guasto alla cabina: l'azienda Icm va a fuoco durante la notte
L’incidente alla Icm non spezza il sogno imprenditoriale di Afzaal e Ullah: «Abituati alle difficoltà, ripartiremo»
MODENA. Un guasto al trasformatore della cabina elettrica che provoca di notte un incendio nell’azienda dove due trentenni hanno investito i loro sogni. Rischiava di andare tutto in fumo, ma grazie ai sistemi di sicurezza e al rapido arrivo dei vigili del fuoco si è evitato il peggio. Anche se l’intervento è stato impegnativo, concluso solo dopo la mezzanotte.
L’allarme
È successo nella serata di sabato. Erano le 21 circa nella ditta Icm Srls di via Cesare della Chiesa, zona industriale di Modena Ovest. Si tratta di una ditta storica, che dal 1998 si occupa di carpenteria meccanica e lamiera. Nel 2021, mancando il ricambio generazionale nella proprietà, è stata rilevata da un giovane carpigiano originario del Pakistan che vi si è dedicato con grande passione, assieme a diversi colleghi, con ottimi risultati che hanno portato all’ampliamento proprio nell’anno appena concluso.
Cosa è successo
Erano le 21, dicevamo, e un operatore della ditta che si occupa della vigilanza aziendale (la Verisure) nel fare il passaggio di controllo si è subito accorto del fumo che stava uscendo dal capannone. Ha dato quini l’allarme ai vigili del fuoco e ai titolari dell’azienda, che a loro volta l’hanno trasmesso anche al proprietario dello stabile (sono in affitto). I pompieri sono arrivati in pochi istanti in forze (quattro mezzi) e hanno subito iniziato le operazioni di spegnimento. È emerso che l’incendio era dovuto al guasto del trasformatore della cabina cliente situato in un vano isolato all’interno del capannone.
L'intervento dei vigili del fuoco
Un vano in cemento che per fortuna ha confinato l’incendio: una volta spente le fiamme lì, non ci sono stati altri sostanziali danni strutturali all’edificio al civico 192. L’intervento dei vigili del fuoco si è concluso, con anche le fasi di messa in sicurezza, verso mezzanotte e mezza. Nessun ferito per fortuna, perché il capannone in quel momento era vuoto. Il problema ora è il ripristino della cabina elettrica, senza la quale la lavorazione non può ripartire sia in questa azienda che in quella nel capannone di fronte, che lavora il ferro, data la stessa alimentazione.
La paura e il sollievo
Tanta paura per Afzaal Aslam, 30enne di origini pakistane, ma ormai carpigiano, titolare dell’azienda, e per il suo braccio destro, Ullah Matee, 31 anni, anche lui arrivato dal Pakistan. Nella ditta, oltre a loro, lavorano altre tre persone. Una piccola realtà, ma in espansione, visto che nel 2024, dopo averla rilevata, Afzaal vi ha fatto confluire anche la Ansaloni e Reami, altra storica ditta modenese (attiva da 70 anni) che in famiglia non ha trovato ricambio generazionale. Ed ecco che sono subentrati gli immigrati, in questo caso ragazzi con tanta voglia di fare che rappresentano una bella pagina di integrazione. «Siamo corsi subito qui sabato sera – raccontano Afzaal e Ullah – abbiamo visto che i vigili del fuoco hanno fatto un ottimo lavoro e li ringraziamo. Nella sfortuna di quello che è accaduto, dobbiamo dire di essere stati fortunati, perché poteva andare molto peggio. Danni strutturali grossi non ne abbiamo avuti, adesso speriamo che si riesca a ripristinare al più presto la cabina. E poi, con un po’ di olio di gomito, ripartiamo con la nostra produzione, al servizio di importanti aziende modenesi in ambito ceramico e robotico».