Addio a Tiziano Ruffilli, fondatore del Wienna e del Circoli e Cortili
Negli anni ’80 è riuscito a rivoluzionare il centro storico di Modena, offrendo ai giovani sia un contenitore - innovativo, inedito, pieno di cultura e di occasioni di socialità - che un contenuto
MODENA. Ci ha lasciato, dopo una lunga malattia, Tiziano Ruffilli, classe ’49, tra i fondatori, ma bisognerebbe dire l’inventore, del Wienna e di quel Circoli e Cortili che negli anni ’80 hanno rivoluzionato il centro storico di Modena, offrendo ai giovani sia un contenitore – innovativo, inedito, pieno di cultura e di occasioni di socialità – che un contenuto. In tutto e per tutto rivoluzionario. Fatto di performance musicali dal vivo, poesia, fotografia, teatro, pionieristiche iniziative documentaristiche e cinematografiche e di messaggi inclusivi ante litteram. Questa avventura, che l’aveva tenuto impegnato dall’81 al ’97, una delle tante messe in campo per la sua città, è stata senz’altro quella più cool.
Il ricordo
Per dirla con il professor Alberto Bertoni, poeta, docente e già presidente di Circoli e Cortili, «quella che l’ha qualificato in modo originale». Lui, una specie di cantastorie della notte, «si era formato – ricorda Paolo Sesti che con lui ha condiviso un lungo tratto di strada – come educatore».
«La sua abilità specialissima – continua Sesti – era quella di saper stare in mezzo ai giovani sapendoli gestire al tempo stesso. Era una persona generosa, di grande cuore. Ultimamente era impegnato nella costruzione di un libro dedicato ai Circoli e Cortili di cui aveva cominciato a raccogliere testimonianze, fotografie testuali, frammenti di passato, da pubblicare con la casa editrice Damster di Massimo Casarini. Anche io ho dato un mio contributo, credo però che non fosse ancora finito. Lo stava organizzando».
Chi era Ruffilli
Secondo Alberto Bertoni «è stato un grande organizzatore culturale. I suoi circoli e cortili sono stati – sotto questo profilo – l’esperienza più importante cui il Comune di Modena ha dato vita negli ultimi 30, 40 anni. Dopo l’esperienza del Wienna, dove la musica era regina, aveva capito che si poteva far di più ed ha avuto l’idea, la magnifica intuizione, di fare un mix di cultura – a tutti i livelli – per vasi comunicanti, lungo il percorso che univa San Paolo, il cortile del Leccio, del Banano, il retro delle suole magistrali e San Geminiano. Nonostante budget molto modesti sono venuti i grandi della musica, della poesia, Andrea Zanzotto, Ligabue agli esordi, Francesco Guccini con «Vacca d’un cane», Aldo, Giovanni e Giacomo… si potrebbe continuare. Un’idea vincente che il Comune non ha capito fino in fondo. Dopo la chiusura di questa esperienza la città non ha saputo esprimere niente del genere in termini di qualità, originalità e successo. Venivano migliaia di persone. L’estate dei modenesi era bella. Goduta a suon di musica, teatro e poesia. Un’idea che ha anticipato il maggior festival italiano di cultura contemporaneo, Pordenone Legge. Un piccolo miracolo laico, sotto la spinta propulsiva di uno spirito comunitario, che veniva dal basso, che oggi non c’è più».
L’ultimo saluto
Il funerale, per sua espressa volontà, non ci sarà. L’ultimo saluto alla camera ardente della Cra Guicciardini, al numero 82 dell’omonima via, sabato 11 e domenica 12 gennaio tra le 9 e le 19 e lunedì mattina alle 9.30 alla partenza del feretro.