Addio a Italo Pedroni, amato e popolare oste: «Ha lasciato in tutti un bel ricordo»
Aveva 89 anni e ha trascorso una vita nella sua Osteria di Rubbiara, famoso per alcuni simpatici “marchi di fabbrica” come vietare il telefono a tavola o lasciare fuori dal locale i ritardatari. Il figlio Giuseppe: «Mai banale e scontato, ha combinato qualsiasi cosa ai clienti e parlava in dialetto con i turisti stranieri»
NONANTOLA. Italo Pedroni se n’è andato. L’amato e popolare oste dell’Osteria di Rubbiara si è spento il 6 gennaio a 89 anni dopo una lunga malattia circondato dall’affetto dei suoi cari e la notizia, per volere della famiglia, è stata resa nota solo dopo le esequie.
Una vita in osteria
La sua osteria, di tradizione familiare ottocentesca, è anche un’acetaia e un liquorificio, vincitrice di premi nazionali ed internazionali per la produzione di aceto balsamico e distillati. Pur rimanendo in prima fila, negli ultimi 20 anni le chiavi dell’osteria e dell’acetaia erano però già passate nelle mani del figlio Giuseppe, rappresentante della sesta generazione dei Pedroni. «Il 31 dicembre 2019 mio padre – riferisce Giuseppe Pedroni – non è più entrato in Osteria, lasciando così tutti i suoi clienti e vuoto il suo sgabello, ma per me Italo è scomparso lunedì 6 gennaio. La sua grande forza è stata quella di lasciare in ogni persona incontrata o conosciuta un ricordo, un aneddoto, una battuta. In apparenza e visto dall’esterno si rivelava duro e rigido, ma dietro questa sua corazza vi era una persona molto buona e generosa, un carattere umile e talvolta anche fragile. Era un lato b della sua personalità che teneva nascosto».
Il rapporto con i clienti
Famosi alcuni dei suoi marchi di fabbrica, come vietare di utilizzare il cellulare al tavolo facendolo inserire in un armadietto all’entrata oppure lasciare fuori dall’osteria coloro che arrivavano in ritardo rispetto all’orario di prenotazione. Per il figlio Giuseppe la vita in sala col padre è un tour di ricordi: «Mai banale e scontato, Italo ha combinato qualsiasi cosa ai propri clienti. Ricordo che una sera primaverile di più di 10 anni fa, avevamo ricevuto una prenotazione per 5 persone, ma si presentarono in 7. Sottovoce mi sussurrava di preparare il tavolo per tutti, ma a loro fece fare il gioco della busca. In pratica, chi dei 7 prende il fiammifero rosso doveva andarsene via. Alla fine il posto l’hanno trovato tutti tra risate e prese in giro. Italo quando si trovava in osteria era una figura estremamente scenografica. Ricordo anche che una volta fece mangiare le tagliatelle al ragù a tutti i clienti arrivati in osteria». Comico anche il suo rapporto con i turisti stranieri: «Parlava in dialetto a tutti i turisti stranieri – continua Giuseppe – trattandoli come clienti qualsiasi e senza capire le loro parole gli portava da mangiare i piatti che voleva lui. Ma si faceva capire con i gesti. E alla fine spesso le donne volevano una foto con lui. Ripeteva solo due parole ai turisti. Cash e Caput».
I piatti cucinati dalla moglie
Tra tutti i suoi piatti, cucinati dalla moglie Franca, da sempre sua fedelissima compagna di vita e di lavoro, Pedroni aveva una predilezione per il tortellone di ricotta all’aceto balsamico, per il gelato alla crema all’aceto invecchiato di 25 anni, per la frittata di cipolle e aceto e per la sua grande invenzione del pollo in padella al lambrusco nato nella metà degli anni ’80. «Ai tantissimi messaggi e telefonate che ricevo in questi giorni – conclude Giuseppe – rispondo a tutti di tenersi stretto il suo ricordo perché sopravvivano le sue iconiche gesta. Io continuerò con le mie possibilità a portare avanti il sentiero tracciato da mio padre. La settima generazione saranno mio figlio Cesare e mia figlia Greta».