Una Ausl unica per Modena e Reggio: l'idea di de Pascale
La proposta segue il modello di quanto fatto nel 2013 in Romagna con la fusione delle tre province: e allora l'attuale governatore seguì la lunga fusione in qualità di presidente della Ctss
MODENA. Una unica Ausl per Modena e Reggio. È questa l’ipotesi su cui il nuovo presidente regionale Michele de Pascale sta riflettendo. Occorre fare un passo indietro, alla riorganizzazione della sanità romagnola, partita nel lontano 2013, che può essere considerata il principale biglietto da visita del successore di Stefano Bonaccini.
L’idea parte dalla Romagna
Già perché in quella fase in cui nasceva un’unica azienda sanitaria per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini – con un bacino d’utenza che oggi supera la soglia di un milione e centomila abitanti – de Pascale era il presidente della Conferenza territoriale sanitaria e in quella veste ha seguito passo dopo passo la nascita di una azienda sanitaria che oggi conta 16mila dipendenti e numeri decisamente virtuosi come quello, negli anni, di una risparmio sui costi di trasferimento pari al 40%, un risparmio che poi è servito per assumere personale in diversi ambiti. Ecco, probabilmente cosa intendeva nel suo discorso di insediamento quando ha parlato della necessità di riorganizzare la rete ospedaliera. Perché per sedersi al tavolo con il Governo e chiedere maggiori investimenti sulla sanità pubblica occorre dimostrare prima di... avere fatto i compiti a casa.
Il ruolo di de Pascale
E questo per de Pascale può significare soltanto unire le forze per fare massa critica. Come è stato per la Romagna, potrebbe esserlo ad esempio per l’area metropolitana di Bologna dove oggi ci sono 4 aziende sanitarie e che potrebbero ridursi a due. E un discorso simile potrebbe un giorno riguardare anche Reggio e Modena, magari con la costituzione di un’unica Ausl tra le due province che comprenda le due Asl e l’Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio) e dall’altra una seconda realtà composta come oggi dal Policlinico e dall’Ospedale di Baggiovara in quella che già attualmente è l’Azienda ospedaliero-universitaria.
Le tempistiche
I tempi sarebbero comunque lunghi, ma la direzione potrebbe davvero essere questa: nascerebbe un’azienda che, oltre a raddoppiare il bacino d’utenza, verrebbe ad avere al proprio interno due asset importantissimi come l’Irccs reggiano e il nascituro Mire (un ospedale all'avanguardia interamente dedicato alla cura della donna e dei bambini.) che è destinato a diventare un polo all’avanguardia nell’ambio del materno-infantile. Una dote importante, per un matrimonio ancora lontano ma non impossibile. Certo, occorre la volontà politica. De Pascale, a questo proposito, ha più volte ribadito l’intenzione di ascoltare i territori, a patto i territori abbiano qualcosa da dire, ovvero abbiano la loro idea.
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