Il dolore della sorella di Salvatore Legari: «Adesso l’unica speranza è di riportare i resti a casa»
Nunzia Legari commenta l’arresto del 38enne Alex Oliva accusato di aver ucciso il fratello e aver poi nascosto il corpo, che ancora non è stato trovato: «Assurdo uccidere per 16mila euro, i nostri genitori si sono messi a piangere e adesso sperano solo di non morire prima che si chiuda il caso»
MODENA. «Per noi la vita si è fermata quel 13 luglio 2023: niente sarà mai più come prima. Ora non abbiamo più speranze per Salvatore. L’unica che ci è rimasta è di riuscire a riportare a casa almeno ciò che resta del suo cadavere».
A parlare, con la voce rotta dall’emozione, è Nunzia Legari, una delle tre sorelle di Salvatore, che vive ancora in Puglia con gli anziani genitori. La notizia di un uomo arrestato per l’omicidio del fratello, il 38enne di Sassuolo Alex Oliva, è stata da una parte certezza della tragedia, e dall’altra l’apertura di una strada per capire il perché.
Nunzia, siete rimasti sorpresi dalla notizia a casa?
«L’aspettavamo ormai. Abbiamo sempre sostenuto che Salvatore non se ne sarebbe mai andato senza dire nulla alla sua famiglia e ai suoi anziani genitori: siamo sempre stati legatissimi. Ormai sapevamo che gli doveva essere successo qualcosa di tragico, con l’arresto di questa persona forse potremo capire cosa. Davanti a noi avevamo solo due alternative, entrambe di dolore: sapere che era stato ucciso o non sapere nulla e trascinarci nei giorni, e negli anni, senza sapere cosa fosse mai accaduto a Salvatore, adorato fratello e figlio».
I carabinieri sono arrivati a una svolta…
«Sapevamo che non avevano mollato il caso, e che ci stavano lavorando, anche se le difficoltà erano tante. Ci avevano detto che avevano ottenuto altri 6 mesi di proroga nelle indagini, e di essere fiduciosi. Tutte le volte che ci hanno chiamati a Modena sono sempre stati gentili, professionali, ci hanno sempre detto di aver preso a cuore questa storia: “Noi non molliamo, scopriremo la verità, stiamo lavorando: lasciateci lavorare”. Così ci dicevano, e hanno mantenuto la parola».
Cosa ne pensa di questo eventuale movente economico dietro l’omicidio?
«La compagna di Salvatore ha detto ai carabinieri di questi 16mila euro che doveva avere per i lavori nel cantiere di Lesignana. Ha riferito che quel giorno doveva andare a prendere gli attrezzi che aveva lasciato in cantiere, perché ormai aveva finito tutto quello che doveva fare, e ricevere i soldi. Io dico solo: una vita vale così poco? Si può uccidere per 16mila euro? Quando una vita non vale tutto l’oro del mondo?».
Aumenta il dolore, un movente del genere?
«Sì, pensando che la vita è la cosa più preziosa che abbiamo. Ci fa male soprattutto pensando alla persona che era Salvatore: davvero non meritava una fine del genere, in nessun modo».
Che tipo era?
«Salvatore era una persona troppo buona e generosa. Si fidava di tutti, non nutriva cattiverie, non diceva mai malignità su nessuno. Aiutava il più possibile tutti, bastava chiedere e si faceva in quattro per gli altri. Poi era solare, aveva sempre voglia di ridere e scherzare. Era l’unico maschio in famiglia, oltre al papà, e noi sapevamo di poter sempre contare su di lui. Ci diceva sempre: “Ehi ragazze, se c’è bisogno di qualsiasi, cosa chiamatemi e non vi preoccupate”. Ecco, lui era questo».
Come la stanno vivendo i genitori?
«A casa si è fermato tutto da quel luglio 2023: non c’è più Natale, Capodanno... Si vive sempre col pensiero a Salvatore, e a quello che può essergli successo. Papà per lo stress ha avuto un ictus, e sta ancora cercando di recuperare. La mamma piange, tanto: era molto legata a Salvatore, e per una mamma è sempre terribile perdere un figlio. Quando gli ho detto dell’arresto è scoppiata a piangere. La mamma ha 76 anni, il papà 80: il loro pensiero adesso è di non arrivare alla fine del processo per l’omicidio, di non riuscire a sapere cos’è successo».
E il figlio?
«Il figlio Nicholas vive a Reggio Emilia con la sorella e la madre, ex moglie di Salvatore. Il ragazzo ha fatto il compleanno il 13, il giorno prima di questo arresto: io gli avevo mandato gli auguri e un bacione. Anche per lui questo anno e mezzo di incertezza totale sulla sorte del papà è stato terribile. Adesso almeno c’è una strada che si spera possa dare delle risposte alle sue tante domande».
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