Carpi, nuova vita per il Bar Roma: «È un luogo simbolo della città»
Gina Scalisi gestirà il locale dove a fine Ottocento lavorava Dorando Pietri
CARPI. Era il 1889 quando Dorando Pietri iniziò a lavorare come garzone e apprendista nella pasticceria Roma, al civico 42 di piazza Martiri. Da quel momento il locale conquistò un posto nella storia e nel cuore dei carpigiani, non sono per la posizione, incastonata di fronte alla Torre dell'Orologio, ma anche per tutti i sogni, i momenti di divertimento e i passaggi cruciali della vita della città di cui quelle mura sono testimoni. E ora quelle luci torneranno a riaccendersi.
Nuova apertura
A febbraio il bar Roma, dopo anni di chiusura, alzerà di nuovo la saracinesca. Sara possibile grazie all'intraprendenza di un volto conosciuto della ristorazione: Luigina Scalisi, per tutti Gina, che sarà accompagnata in quest'avventura. Dopo aver condotto diversi locali a Carpi, Gina ha deciso di mettere la propria passione ed esperienza a disposizione della città, ridando vita a questo gioiello.
La titolare
«Ogni giorno passavo davanti al bar Roma e, pensando alle tante stagioni fortunate che ha attraversato, vederlo chiuso mi riempiva di tristezza, così mi sono detta: perché non provare?», confida Gina, che ha iniziato ad apprendere i segreti del mestiere di barista a soli 17 anni. «Di questo mestiere mi piace molto il contatto con la gente - aggiunge - E sono certa che vedere un bar così bello riaperto nel cuore di Carpi porterà nuova linfa al centro. Volevo vedere questo locale vivere ancora e da febbraio sarò pronta ad accogliere nuovamente i clienti, con i quali, pian piano, si crea un rapporto di amicizia». Il bar Roma era chiuso da almeno due anni e mezzo dopo l'ultima gestione. In seguito è stato acquistato dai nuovi titolari, di Carpi, che lo hanno affittato a Gina che lo sta arredando e sta mettendo a punti numerosi dettagli, dal bancone alla scelta dei punti di forza nell'offerta. «Punteremo su colazioni e aperitivi, ma vedremo con il passare del tempo quali servizi aggiungere».