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Scomparsa di Daniela Ruggi: «Cercatela nel boschetto dietro al cimitero». E a Vitriola spuntano i sensitivi

di Manuel Marinelli

	Il boschetto dietro al cimitero di San Cataldo
Il boschetto dietro al cimitero di San Cataldo

Un testimone anonimo a Storie Italiane, trasmissione Rai: «Vicino a porta a porta, dietro San Cataldo, c’è un’area verde in cui si rifugiano persone senza dimora e in difficoltà». Intanto in Appennino quattro medium, due modenesi e due romagnoli, cercano tracce

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MODENA. «Qui vicino a Porta Aperta, dietro al cimitero di San Cataldo, c’è un boschetto in cui si rifugiano alcuni senza dimora. Daniela potrebbe essere lì». A parlare ai microfoni del programma Rai Storie Italiane in merito alla scomparsa di Daniela Ruggi è un testimone anonimo, che non si è voluto far inquadrare dalle telecamere perché «qui ci sono spacciatori, ho paura».

L’area dietro al cimitero di San Cataldo

L’uomo si riferisce a un’area verde dietro al cimitero di San Cataldo nota da tempo per essere diventata un rifugio di fortuna per senza dimora e persone in difficoltà, che qui passano spesso le loro nottate. Rifiuti, vestiti, una capanna circondata da nastro da cantiere immersa nella vegetazione. Daniela potrebbe essere stata qui? Il mistero che da quattro mesi avvolge la 31enne di Vitriola, frazione di Montefiorino, si infittisce giorno dopo giorno. E continuano a spuntare elementi che spostano in maniera decisa ma non irreversibile il baricentro del giallo a Modena e non più in Appennino. È infatti in città che continuano a moltiplicarsi gli avvistamenti, i più attendibili, anche secondo gli inquirenti, sono quelli avvenuti alla mensa di Porta Aperta. Proprio a due passi dall’area verde in cui la donna potrebbe essersi rifugiata dopo essere scomparsa dalla casa di Vitriola.

Porta Aperta e il presunto fidanzato Sossio

Alla trasmissione in onda su Rai 1 ha parlato anche un altro testimone, che ha riferito di aver conosciuto Daniela e il presunto fidanzato (Sossio, sulla cinquantina, che ora si trova in carcere per altri motivi, ndr): «Daniela mi disse di essere scappata di casa per alcuni contrasti con la famiglia, era in compagnia di Sossio, il fidanzato. Lui frequentava Porta Aperta da un anno e mezzo, è sempre stato qua. Ma alla fine di novembre, stanco di questa vita in strada, aveva deciso di tornare nella sua zona di origine a Napoli. Dalla fine di agosto all’inizio di settembre era in compagnia di Daniela, ci avevo anche parlato. Con lei c’erano anche altri ragazzi italiani. Diceva di essere scappata da casa in seguito a contrasti familiari con la mamma e la sorella. Ho chiesto dove avrebbe passato la notte, diceva che era con Sossio e avrebbe dormito al Parco Novi Sad la sera». Poi il nulla: Daniela è sparita senza lasciare traccia. Gli ultimi avvistamenti si fermano infatti a fine ottobre. Anche dopo la sparizione il testimone, sentito dai carabinieri, ha avuto modo di parlare con Sossio: «Siamo stati chiamati a deporre dai carabinieri. Conoscendo le persone con cui era in compagnia Daniela dubito che le abbiano fatto qualcosa, sono persone di strada che però non sono in grado di fare del male. Ho parlato anche con Sossio ma non aveva più notizie, dall’oggi al domani è scomparsa senza dire niente». Intanto lo “sceriffo” Domenico Lanza resta in carcere a Sant’Anna: è lui, ad oggi, l’unico indagato per sequestro di persona nel caso Ruggi. L’uomo aveva mostrato in diretta televisiva alcuni indumenti della donna e nella sua abitazione i carabinieri avevano trovato armi detenute illegalmente. Ma i Ris, presso la sua abitazione, non hanno poi trovato alcuna traccia di Daniela. I militari del reparto investigazioni scientifiche sono stati anche presso l’abitazione della 31enne. Sono in corso gli accertamenti sui reperti prelevati in casa.

A Vitriola spuntano i sensitivi

Mentre in città continuano ad affiorare avvistamenti e testimonianze, a Vitriola, frazione di Montefiorino dove viveva Daniela Ruggi prima della scomparsa, accade anche che i sensitivi si interessino del caso. Ieri, infatti, sono saliti in Appennino quattro medium a caccia di indizi che – a loro detta – potrebbero condurre al ritrovamento della 31enne. Si tratta di due modenesi e due romagnoli, che hanno attraversato il ponte che da Palagano porta a Montefiorino. Poi sono saliti fino a Vitriola, piccolo borgo in cui viveva Ruggi. I quattro hanno lasciato le auto all’altezza del cartello di ingresso al paese e sono scesi verso il fiume, percorrendo alcune centinaia di metri in direzione di quanto avvertivano. Hanno così raggiunto una maestà e proseguito verso il fiume, fino a giungere su un terreno tra la vecchia strada e la nuova strada di Caldana. Qui i quattro medium hanno notato una porzione di terra smossa, con alcuni segni di scavo recente e tracce di calpestio intorno all’area. Pare inoltre che in quel punto non ci fossero foglie, presenti, invece, in maniera abbondante giusto pochi metri più in là. I sensitivi non sono certi di cosa possa trovarsi al di sotto della terra, ma avrebbero comunque avvertito un qualcosa riconducibile a Daniela. Per questo motivo hanno comunque segnalato quanto rilevato ai carabinieri della stazione di Montefiorino. In paese, lo scorso 29 novembre, si sono concentrate le uniche ricerche della 31enne: una squadra di cento volontari e componenti delle forze dell’ordine oltre alle unità cinofile avevano setacciato senza esito la vallata di Vitriola a quasi due mesi dalla denuncia di scomparsa presentata dal sindaco di Montefiorino Maurizio Paladini.

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