Caso Ruggi, i carabinieri scavano dove hanno indicato i sensitivi
Ricerche in un campo di Vitriola, tra la Provinciale e via Grovaieda Tegge
MONTEFIORINO. Daniela Ruggi, scomparsa da quattro mesi, non si trova. Mentre le indagini ufficiali arrancano, con segnalazioni senza riscontro che rimbalzano tra Modena e Sassuolo, le indagini “parallele” e non convenzionali portano qui, in un terreno scosceso sotto Vitriola, il paese da dove la 31enne è sparita. Il campo, coltivato a foraggio, si trova tra la vecchia strada provinciale e via Grovaieda Tegge; su un lato è delimitato da un filare di vecchi alberi e un intrico di rovi.
I sensitivi
È il punto dove quattro sensitivi, chiamati da un imprenditore sassolese, la scorsa settimana hanno detto di scavare. La segnalazione è stata fatta alla caserma dei carabinieri di Montefiorino e in queste ore i militari starebbero organizzando la ricerca: avvisato il proprietario del terreno su cui passare, avrebbero chiesto l’intervento di un agricoltore con una escavatrice. Ieri mattina una leggera pioggia sconsigliava di risalire il campo da via Grovaieda Tegge, ma i carabinieri pare non abbiano intenzione di lasciare cadere nel vuoto la segnalazione dei medium, due residenti a Modena e due di Rimini. Diamo valore alla logica razionale e all’evidenza: si può credere a quattro sensitivi? Non è necessario, ma la verifica appare il male minore in una vicenda costellata di fatti inspiegabili.
Dove sono le tracce
Ed ecco qui il posto: si trova a metà del filare; le tracce di scavo sono recenti, ma non recentissime; ci sono segni di calpestio e di pneumatici che costeggiano le piante si fermano esattamente lì; il piccolo spiazzo è nero, la terra è smossa, tutt’intorno il grigio e il verde di rami spezzati e fogliame secco. Cosa c’è sotterrato in questa macchia, in una zona impervia dove anche di giorno si passa inosservati?
Cosa si cela sotto la terra?
Gli stessi medium sono stati cauti: difficile che lì sotto ci sia “qualcuno”, ma potrebbe esserci “qualcosa”. Un oggetto appartenuto alla donna, un vestito. Non il corpo. E in effetti, nonostante sia lontano dagli sguardi, lo scavo appare troppo “pulito”: se lo scopo fosse stato il nascondere prove, chiunque avrebbe mascherato la buca con sterpi, erbacce e foglie secche, attento a non farla notare. E invece si nota, eccome. Solo la verifica da parte dei carabinieri potrà dare risposta alla domanda: che cosa c’è lì sotto? Forse nulla, magari un animale morto e seppellito sotto qualche centimetro di terra.
I controlli dei carabinieri
Qualunque sia l’esito dei controlli - programmati per il pomeriggio di ieri o la mattinata di oggi - la sensazione è che il mistero della scomparsa di Daniela Ruggi sia ancora lontano da essere risolto. Sono passati 124 giorni dal 18 settembre dello scorso anno, quando la donna è stata vista per l’ultima volta all’ospedale di Sassuolo. Nel frattempo, sono finite sotto i riflettori le sue fragilità; la sua vita privata; i suoi problemi coi servizi sociali; la sua voglia di futuro e di affetti; le sue amicizie con persone avanti negli anni; il rapporto confidenziale con “lo sceriffo” di Prignano, finito in carcere e unico indagato; i rapporti non idilliaci con la famiglia; la frequentazione di stranieri e di italiani che vivono ai margini. Ma lei dov’è?l