Gazzetta di Modena

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Il caso

Tentata estorsione al prete: «Dacci 60mila euro o diffondiamo foto compromettenti»

di Daniele Montanari
Tentata estorsione al prete: «Dacci 60mila euro o diffondiamo foto compromettenti»

Una coppia è finita a processo dopo aver tentato di estorcere 60mila euro a un sacerdote di Sassuolo

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MODENA. Hanno tentato di estorcere 60mila euro a un sacerdote di Sassuolo. Ma lui non ha pagato e ha fatto la denuncia che ora condurrà la coppia a processo. E qui ora si delineeranno i contorni di una vicenda ancora da chiarire, sotto diversi aspetti.

L’aiuto iniziale

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, è una storia che parte nel 2019, quando una donna oggi 42enne, rumena, si è recata dal sacerdote chiedendo aiuto dicendo che si trovava a vivere da sola con una figlia, appena maggiorenne, affetta da gravi problemi di salute che richiedevano dei costosi interventi chirurgici all’estero.
Il sacerdote – ex parroco a Sassuolo, facente capo alla Diocesi di Reggio – ha deciso di aiutare la signora con risorse proprie, senza intaccare la disponibilità finanziaria della parrocchia. E, da quanto documentato dai flussi finanziari, ha dato alla famiglia un supporto costante e concreto nel tempo: risultano agli atti, nella stessa denuncia presentata dal sacerdote, tre anni di bonifici per decine di migliaia di euro, effettuati anche due o tre volte all’anno. Tutti a favore della figlia, che aveva un conto corrente proprio, con causale che faceva esplicitamente riferimento a “interventi chirurgici” a cui lei doveva sottoporsi. Poi c’è stata un’improvvisa e drastica rottura con la sua famiglia.

La minaccia e la denuncia

È avvenuta nell’agosto 2022, quando un giorno il marito della signora, padre della ragazza a cui erano stati fatti i bonifici, ha fatto irruzione in canonica mentre il sacerdote era con altri collaboratori parrocchiali che sono rimasti sgomenti di fronte alla scena. L’uomo, oggi 43enne e anche lui rumeno, ha detto infatti senza tanti giri di parole al sacerdote che voleva da lui soldi, poi quantificati in 60mila euro. E che se non glieli avesse dati, avrebbe diffuso foto del sacerdote che ha definito “compromettenti”. Il prete ha risposto che non poteva esserci alcuna foto di tal genere a suo riguardo, e che a quel punto sarebbe andato dai carabinieri a denunciare. Cosa che ha fatto, andando deciso in caserma dai carabinieri a mettere nero su bianco quello che gli era successo.

Ha parlato lui stesso degli importanti bonifici che aveva fatto alla famiglia per tre anni, e di come si fossero mostrati ingrati decidendo di attaccarlo in quel modo. Lui, ha assicurato, non aveva nulla da temere in quanto a foto personali. E in effetti, anche dopo la denuncia la coppia e la figlia, residenti a Parma, non hanno diffuso alcuna immagine compromettente di lui. Ovviamente dopo la denuncia il sacerdote non ha più effettuato alcun bonifico per operazioni della figlia, che peraltro la famiglia non ha mai documentato come avvenute.

A processo
Ieri il 43enne e la 42enne, assistiti dai rispettivi avvocati d’ufficio – Monia Roveri per lui e Francesca Antonazzo per lei – sono comparsi davanti al giudice Andrea Scarpa per l’udienza preliminare. Il sacerdote non era presente: non ha preso un legale, e non si è costituito parte civile. Il giudice ha comunque ritenuto presenti tutti gli estremi per rinviare a giudizio la coppia, con l’accusa di tentata estorsione.