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Criminalità

Non gli rinnovano il permesso di soggiorno: «Furti e spaccio, era in una baby gang che imperversava tra Sassuolo e Formigine»

di Stefania Piscitello

	Il giovane faceva parte di una baby gang
Il giovane faceva parte di una baby gang

Il giovane era arrivato come minore straniero non accompagnato, compiuti diciotto anni ha fatto la richiesta: respinta dalla Questura di Modena, a cui anche il Tar di Bologna ha dato ragione

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SASSUOLO. Entrato in Italia come minore straniero non accompagnato, quando ha compiuto diciotto anni ha chiesto che gli venisse rinnovato il permesso di soggiorno. Una richiesta rigettata dalla questura di Modena. Il motivo? Tra quelli elencati ne spicca soprattutto uno: il giovane straniero faceva parte di una baby gang che ha imperversato tra Sassuolo e Formigine. Una vicenda che è arrivata fino al Tar di Bologna, a cui il giovane ha fatto ricorso per chiedere che la sua domanda venisse rivista. Niente da fare, mancano secondo il tribunale amministrativo i presupposti per il riconoscimento del permesso di soggiorno.

Il permesso scaduto

Il ragazzo è entrato in Italia, come detto, in qualità di minore non accompagnato, ottenendo un permesso di soggiorno per “minore età” valido fino al 28 luglio 2023. Così quando il permesso è scaduto, il 20 settembre dello stesso anno ha presentato istanza di rinnovo, chiedendo però stavolta, visto che nel frattempo era diventato maggiorenne, il rilascio di un permesso per “attesa occupazione”. A quel punto, sostiene il Tar, da prassi al giovane è stata notificata la comunicazione del preavviso di rigetto. Lui, però, non avrebbe presentato documenti e osservazioni che erano stati richiesti e «conseguentemente, l’istanza è tata rigettata in ragione della presenza di plurimi motivi ostativi», scrive il Tar nella sentenza. Nello specifico, tra la documentazione richiesta c’era il parere del Comitato dei minori, l’iscrizione al centro per l’impiego e una dichiarazione di ospitalità o un certificato di residenza. Tutto materiale importante per potere meglio valutare la sua posizione e il suo livello di integrazione.

Furti, spaccio e baby gang

Ma a far pendere verso il “no” alla richiesta, ci sono anche altri motivi. Infatti il ragazzo avrebbe fatto parte di una baby gang che si sarebbe resa protagonista di diversi episodi di criminalità. «La questura – osserva il Tar – ha ritenuto di dovere escludere l’integrazione sociale dello straniero che è stato segnalato per danneggiamento, per furto e per spaccio di sostanze stupefacenti, quale membro di una baby gang imperversante tra Sassuolo e Formigine». Inoltre il giovane non ha dimostrato di lavorare o di avere a disposizione risorse finanziarie per il suo mantenimento: «Situazione ulteriormente aggravata dall’assenza di qualsiasi familiare sul territorio italiano». Ecco quindi che i precedenti di polizia ma anche la relazione finale rilasciata dalla comunità presso cui è stato ospitato fino ai 18 anni, hanno portato a una conclusione: non è socialmente integrato.