La lascia morire e fugge: preso
Il 41enne che ha investito e ucciso Bruna Vaccari ha finto un incidente Decisivi un testimone e le telecamere. Il figlio della vittima: «Fiducia nella giustizia»
Concordia È stato arrestato ed è finito in carcere il 41enne che il 16 gennaio ha travolto e ucciso l’82enne Bruna Vaccari sulla strada provinciale per Novi, a San Giovanni di Concordia.
«Ora ci affidiamo alla Giustizia, né più né meno», commenta uno dei due figli della donna, Paolo Pitocchi.
La svolta è arrivata grazie alla testimonianza di un automobilista che si è recato spontaneamente dai carabinieri: ha raccontato che quel giorno è stato sorpassato da un furgone che poco dopo si è arrestato bruscamente a bordo strada proprio nei pressi del punto in cui, poi, è stato trovato il corpo dell’anziana. Poi è scappato e l’ha lasciata lì, esanime, al freddo e con traumi alla testa, al torace, alle gambe. Bruna Vaccari è morta così, abbandonata sulla strada dopo il terribile urto. Il pirata la mattina dopo ha anche denunciato alla sua società un finto incidente stradale, riferendo di avere perso il controllo del veicolo a causa del ghiaccio. Ma la testimonianza chiave dell’altro automobilista e le immagini delle telecamere hanno permesso di mettere insieme i tasselli e di incastrarlo.
«Mia mamma – aggiunge il figlio – purtroppo non ce la restituirà nessuno. Ma siamo fiduciosi per il corso delle indagini e per quello che verrà dopo». Erano più o meno le 18 del 16 gennaio e Bruna si stava recando nell’abitazione di un suo vicino. Abitazione in cui, però, non è mai arrivata. Il suo corpo esanime è stato trovato dal vicino di casa. Sul posto sono arrivati i mezzi di soccorso ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. La donna, il cui funerale è stato celebrato nei giorni scorsi, è morta per «lesioni cranio-encefaliche, toraco viscerali, addomino pelviche e polifratturative degli arti da grande traumatismo contusivo» e, scrive la procura di Modena, «presentava gravi traumi da investimento». Sulla provinciale per Novi sono intervenuti i carabinieri che hanno avviato le indagini diretti dalla procura. Sulla strada sono stati trovati e sequestrati frammenti di materiale plastico riconducibili a parti del veicolo. Ma la svolta è arrivata grazie all’importante contributo di un automobilista che, scrive la procura «appresa la notizia della morte della donna, si rivolgeva spontaneamente agli inquirenti riferendo che quel tardo pomeriggio, trovandosi a percorrere la medesima strada, era stato sorpassato da un furgone che procedeva a velocità sostenuta e che, subito dopo, aveva bruscamente frenato accostandosi al margine della via, nei pressi del punto in cui sarebbe stato successivamente ritrovato il corpo della vittima».
L’uomo ha fornito una descrizione del veicolo, permettendo alla polizia giudiziaria di analizzare in maniera mirata i sistemi di videosorveglianza comunale e dei lettori targa stradali, il cui esame incrociato ha consentito di risalire alla vettura coinvolta, in locazione a una società commerciale, che successivamente è stata individuata in un parcheggio a Mirandola «posizionata in modo da occultare alla vista la parte danneggiata». A quel punto il pm ha disposto il sequestro del mezzo e i proprietari, che non lo hanno trovato nel parcheggio, ne hanno denunciato il furto il 20 gennaio. Così è emerso che l’utilizzatore del veicolo aveva denunciato un falso incidente alla sua società, sostenendo di avere danneggiato la parte anteriore destra del furgone dopo essersi schiantato a causa del ghiaccio. Una versione, scrive la procura «risultata del tutto mendace e difforme alle risultanze investigative dalle quali traspare senza dubbio come il veicolo risultasse chiaramente danneggiato pochi minuti dopo l’investimento della donna». L’indagato, che al momento del fatto era sottoposto all’affidamento in prova al servizio sociale dopo una precedente condanna per spendita di monete falsificate e ricettazione, martedì sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia.l