Ventenne minaccia la sua famiglia: «Scappati in hotel, agonia infinita»
Il caso seguito dall’avvocato Casale di Castelnuovo: «Violenza al contrario»
Castelnuovo «Non potevamo aspettare di annunciare un funerale: il ragazzo è stato allontanato dalla famiglia, era in preda a istinti omicidi». È una vicenda di violenza domestica atipica quella in carico da diversi mesi all’avvocato Gianni Casale, titolare di uno studio di Montale che offre un servizio attivo 24 ore su 24 per violenze di ogni tipo.
Da anni impegnato nel settore, Casale chiama il caso in questione «violenza al contrario», situazione in cui è il figlio a rappresentare un pericolo per i genitori.
«Parliamo di un ventenne che ha iniziato a sviluppare comportamenti aggressivi dall'adolescenza. Ho in carico questa famiglia residente nel ravennate da anni per diverse questioni, e a seguito di episodi di violenza fisica e verbale, ho convinto la coppia a sporgere denuncia nei confronti del figlio. È per casi come questi che ho attivato un servizio disponibile tutti i giorni, 24 ore su 24, per le violenze domestiche, a cui la famiglia ha fatto affidamento nei momenti più critici». Il caso a carico dell’avvocato Casale non è scoppiato di recente.
«Si parla di violenze iniziate diversi anni fa, che nell’ultimo periodo erano diventate inaccettabili – continua – Il padre del ragazzo ha un'invalidità quasi totale che lo costringe a vivere in sedia a rotelle, eppure tale condizione non ha mai fermato l’ira del giovane. Anzi, si può dire che il padre, con l’aggravarsi delle sue condizioni, sia diventato il capro espiatorio degli sfoghi del figlio. Da verbale, l’aggressione è diventata fisica e si è sempre concentrata sui genitori, fortunatamente mai sulla sorella minore. L’allarme è scattato a novembre, a seguito di veri e propri istinti omicidi manifestati dal giovane: ho quindi inoltrato alla Procura un richiesta di provvedimento cautelare. Volevamo agire prima di essere costretti a dare l’annuncio di un funerale, anzi due». A dicembre, dunque, ha preso il via l’iter legale che ha portato all’allontanamento del giovane.
«I genitori e la figlia si sono rifugiati in un hotel per fuggire alle angherie del ragazzo – spiega – Hanno vissuto lì per circa un mese, in attesa del provvedimento di divieto di avvicinamento, emanato dal giudice a metà gennaio. Dopodiché, la famiglia è potuta rientrare in casa, mentre al ventenne è stato installato un braccialetto elettronico, attraverso il quale le forze dell'ordine possono monitorare la posizione del ragazzo. Purtroppo, pochi giorni fa, ho ricevuto notizia dalla famiglia che i carabinieri sono dovuti intervenire perché il ragazzo si trovava molto vicino alla loro casa. I militari hanno accertato che il giovane, dotato del previsto braccialetto elettronico, si trovava in un locale a pochissima distanza dalla sua ex casa, ed è quindi stato dichiarato in stato di arresto per violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento. Dopo la convalida dell’arresto presso il Tribunale di Ravenna, il figlio è stato nuovamente sottoposto ai medesimi obblighi. L’agonia per la famiglia non è dunque finita: sono in costante contatto con i genitori e le forze dell’ordine per scongiurare episodi che potrebbero rivelarsi fatali». l