«Rubata l’identità con una multa a Modena: un calvario durato 15 anni»
L’incredibile vicenda di Manuel Ngana Mariconce, ballerino che vive in Romagna e in passato ha abitato nella nostra città: «A mia insaputa condanne penali, fermi e ammende». La Corte d’Appello di Ancona lo ha prosciolto da ogni accusa
MODENA. Gli hanno rubato l’identità trasformando la sua vita in un incubo. Fatto di multe, cartelle esattoriali, condanne penali e fermi amministrativi. Senza contare tutti i problemi personali che ne sono scaturiti a livello familiare e lavorativo. Un calvario durato 15 anni fino a quando la Corte d’Appello di Ancona lo ha assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. Protagonista di questa vicenda surreale, come racconta il Corriere di Romagna, è Manuel Ngana Mariconce, originario dell’Angola, ma italiano a tutti gli effetti visto che abita in Romagna dal 1989, ossia da quando aveva tre anni e per anni ha vissuto a Modena. Ramsy, così è conosciuto nel mondo della danza, è un ballerino e coreografo tra i più apprezzati. Ha lavorato con il comico Angelo Pintus ed è l’ideatore dei balli di Kelly Joyce, la cantante francese, riminese d’adozione, arrivata di recente seconda alla 14ª edizione del programma “Tale e quale Show” condotto da Carlo Conti.
La storia
Tutto inizia nel 2009 quando a casa di Ngana, che ora risiede a Sant’Andrea in Besanigo (Rimini), arriva una cartella esattoriale di Equitalia. «C’era una multa da pagare elevata dalla polizia locale di Modena, città dove ho vissuto in passato, datata 16 febbraio – racconta il ballerino –. Guardando gli estremi del verbale mi sono accorto che in realtà la targa non era la mia e neppure l’auto, lì si parlava di una Fiat Punto, io, invece, all’epoca possedevo una Citroën. Dopo pochi giorni sono venuto a sapere che quella macchina era di un’amica di mia sorella che conoscevo anche io e così le ho chiesto spiegazioni. Mi ha detto che il fidanzato era stato fermato dai vigili e aveva dato le mie generalità, ma il suo indirizzo di casa». Resosi conto della gravità del fatto, Ngana decide di andare dai carabinieri. «Ho denunciato il furto d’identità e il ragazzo che si è spacciato per me. Credevo che la storia fosse finita lì».
L’amara scoperta
Invece, due anni fa, l’amara sorpresa. «Ero dal commercialista insieme al mio socio con cui gestisco una palestra a Riccione e aprendo il cassetto fiscale mi sono reso conto che non solo c’era un’altra ammenda, ma anche una condanna penale e un fermo amministrativo, con decorrenza 2019, della mia auto. Il tutto perché non mi ero presentato al processo, ma a casa mia non è mai arrivata nessuna comunicazione. A quel punto sono iniziati i problemi, in famiglia e sul lavoro perché senza auto ho dovuto rinunciare a tanti ingaggi. Sono stato costretto a rivolgermi a un avvocato e, finalmente, a fine 2024, la Corte d’Appello di Ancona mi ha prosciolto da ogni accusa. Ancora oggi, però, faccio fatica a rendermi conto come tutto questo possa essere successo. È davvero così facile rubare l’identità di una persona?».