Antenna 5G nel giardino a Pavullo, esplode la protesta: «Nessuno ci ha avvisato»
Divampano le polemiche sulla nuova antenna da 40 metri per le comunicazioni ultraveloci installata nel giardino di un privato a Piantacroce/Renno di Sopra. La proprietaria del terreno, Elena Lenzini: «Non siamo stati noi a volerla, ma ci sacrifichiamo per il bene di tutti»
PAVULLO. Esplode il caso 5G a Pavullo. Ovvero, della nuova antenna da 40 metri per le telecomunicazioni ultraveloci che sta sorgendo nel giardino di un privato in località Piantacroce/Renno di Sopra. A costruire, la ditta milanese Inwit, che poi lo metterà a servizio degli operatori telefonici.
Il comitato
I problemi sono due. Il primo è che l’opera è a ridosso delle case, e considerata la potenza del segnale, tra i residenti serpeggia preoccupazione sulle possibili conseguenze per la salute. Il secondo è che nessuno del vicinato sapeva nulla, finché il 13 gennaio non sono arrivate le ruspe. La protesta in pochi giorni è diventata piuttosto accesa, come si è visto ieri sera nell’incontro a Renno. È già sorto un comitato, che vuole far valere le sue ragioni. «Stiamo parlando intanto di un’area sottoposta a “Galassino”, cioè a ristretto vincolo ambientale – sottolinea il comitato – e a ridosso di abitazioni con famiglie. Temiamo per le conseguenze sulla salute: lo sappiamo che eventuali evidenze scientifiche di pericolosità di questo tipo di ripetitori ad alta trasmissione dati arriveranno tra vent’anni magari. Ma proprio per questo chiediamo prudenza: il giardino di un’abitazione non ci sembra il posto per un’antenna 5G. Gli spazi erano immensi in questa zona: si poteva trovare tranquillamente un’altra collocazione senza penalizzare nessuno. Ci sono residenti che erano disposti a regalare al privato che ha concesso il suo giardino un terreno a una cinquantina di metri, lontano dalle case. Perché noi siamo favorevoli all’innovazione tecnologica. Lì avrebbe potuto ottenere lo stesso affitto dalla società installatrice, nel rispetto del vicinato. Ma non è stato possibile confrontarsi su nulla, perché siamo stati messi di fronte a cose fatte. Non è questo il modo, in una comunità, siamo molto amareggiati».
Il sindaco
«La Inwit ha interpellato il Comune solo per chiedere se avevamo una proprietà pubblica nella zona che avevano mandato di esplorare sulla base delle necessità di copertura del segnale – sottolinea il sindaco Davide Venturelli – noi abbiamo detto che avevamo l’area del Marzolaio, un parco più a valle di Piantacroce. Ma la società ha risposto che l’area era fuori dal perimetro individuato e di difficoltà logistica di accesso. Su questo genere pratiche il Comune ha un ruolo veramente marginale: l’unica norma che abbiamo nel nostro piano regolatore per governare questo tipo di strutture è stata annullata da una sentenza del Consiglio di Stato. La Soprintendenza di Bologna e quella speciale di Roma invece hanno dato parere favorevole sull’area poi individuata. Quello che possiamo fare come Comune ora è chiedere ad Arpae e Ausl vigilanza serrata sui valori di emissioni elettromagnetiche».
L’opposizione
Dall’opposizione, incalza Daniele Iseppi (Fratelli d’Italia): «La colpa in questa vicenda è di chi avrebbe dovuto informare i residenti, cioè dell’amministrazione comunale che ha approvato il progetto. Se l'incontro di ieri sera fosse stato fatto prima, forse una soluzione diversa la si sarebbe trovata».
La proprietaria del terreno
È la stessa proprietaria del terreno, l’avvocato Elena Lenzini, a spiegare i motivi dell’istallazione 5G. «Non siamo stati noi a decidere il luogo –spiega –. In questi casi infatti il posto è scelto dal privato, cioè dalla società chiamata a installare l’infrastruttura, d’intesa col pubblico, vale a dire il Comune di Pavullo. Ma ciò non toglie che, a nostro parere, tutte le iniziative strutturali finalizzate a portare anche la nostra città nella modernità debbano essere salutate con favore. Le sfide della modernità sono in primis quelle legate alla comunicazione. E non si può pensare, a mio parere, di affrontarle dicendo sempre no alle innovazioni».
Cos’è accaduto, in sostanza, in questo caso?
«Che grazie alla congiunta iniziativa privata e pubblica, nonché sfruttando i finanziamenti del Pnrr, si sia avuta la concreta possibilità di far sì che tutti coloro che, ancora oggi, non sono nella condizione di comunicare con i nuovi standard possano finalmente farlo. Non abbiamo certamente chiesto noi che venisse installata esattamente lì – ovvero a casa nostra – un’antenna 5G. Ma non intendiamo nemmeno opporci all’azione amministrativa di chi si sforza di innovare nell’interesse della nostra città, anche se questo ha significato sacrificare parzialmente i nostri diritti di proprietà senza nessun ritorno, nemmeno economico».
La gente sta reagendo anche con forti critiche…
«Tutti possono e devono poter liberamente esprimere le proprie opinioni, dibattendo attivamente tutti i temi importanti per la propria comunità. Le critiche, se costruttive, sono sempre motivo di crescita per tutti. Le opinioni però dovrebbero sempre essere espresse con educazione. E, soprattutto, dovrebbero essere espresse solo dopo che le persone si sono informate sullo specifico tema dal punto di vista e giuridico e tecnico. Quando poi il dibattito pubblico vira verso lidi improntati a vero e proprio linguaggio dell’odio – anche in questo caso, non sono certamente mancati i classici leoni da tastiera – ci si rende immediatamente conto di quanta strada ancora vi sia da fare sul piano del reciproco rispetto e, più in generale, dell’educazione civica. Ma è anche vero che, pur a fronte di una piccola minoranza di persone screanzate, si è registrata la presenza sulla scena di una stragrande maggioranza di persone capaci di continenza e di analisi. Pavullo è anche e soprattutto questa. E sinceramente ne sono felice».
In conclusione?
«Se vuole stare al passo con i tempi, Pavullo deve crescere e noi pavullesi dobbiamo consentirle di farlo. Se l’antenna 5G debba essere fatta esattamente lì non spetta a me deciderlo. Ma sono e resto dell’idea che, se le sfide, a livello mondiale, nella modernità, sono queste, Pavullo non possa sempre dire no. Perché l’assenza di visione nel presente è ineluttabilmente destinata ad ipotecare seriamente per il futuro le possibilità di fare il bene della nostra bellissima città».
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