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L’analisi

La prevenzione batte il cancro: «In Emilia Romagna ha salvato 19mila vite»

di Paola Benedetta Manca

	L'importanza dello screening per prevenire i tumori
L'importanza dello screening per prevenire i tumori

Il bilancio della Regione nella lotta contro i tumori: ogni giorno dieci diagnosi a Modena. Il presidente Michele de Pascale e l’assessore alla Sanità Massimo Fabi: «Screening e accesso alle cure sono elementi determinanti, i cittadini si fidino della nostra rete di professionisti»

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BOLOGNA. Diciannovemila vite salvate in Emilia Romagna in 12 anni, tra il 2007 e il 2019, grazie agli screening oncologici e all’accesso alle cure. Una stima, fatta dalla Regione, che deriva dal numero di morti causate da tumori in quel periodo in relazione alle previsioni di decessi basate sui tassi medi degli anni precedenti. Un numero altissimo, se si considerano i 31mila nuovi casi di tumore e i 13.600 decessi ogni anno. La seconda buona notizia è che, se l’incidenza dei tumori in Emilia Romagna è stabile negli ultimi anni, è in calo la mortalità. È quanto emerge dai dati diffusi ieri dalla Regione, in occasione della Giornata mondiale per la lotta al cancro.

Il bilancio della Regione

Le neoplasie più frequenti nell’uomo sono quelle che colpiscono prostata, polmone e colon-retto, mentre i tumori più frequenti nella donna riguardano mammella, colon-retto e polmone. La sopravvivenza media si estende a 5 anni per tutti i tumori ed è del 68%, superiore di cinque punti alla media nazionale stimata del 63%. La prevenzione e l’accesso alle cure sono gli strumenti fondamentali nella lotta contro i tumori che, in Emilia Romagna, grazie anche ai tre programmi regionali gratuiti di screening e alla rete regionale Oncologica ed Emato-Oncologica, permettono di affrontare la patologia con risultati positivi. L’Emilia Romagna è la regione con la più alta adesione agli screening per mammella, cervice uterina e colon retto. Nel dettaglio, si parla del 73% per il tumore della mammella che è in aumento, del 67% per la cervice uterina (in crescita) e del 53% per il colon-retto (stabile). Grazie allo screening, diminuisce del 40% l’incidenza di tumori della cervice uterina e del 50% la mortalità. Per le donne che aderiscono allo screening mammografico, invece, la mortalità cala del 56% e diminuiscono del 31% le forme avanzate di carcinoma mammario. Lo screening colon-rettale, infine, riduce la mortalità del 65% negli uomini e del 54% nelle donne. Inoltre, i tumori prevenuti sono il 33% nei maschi e il 21% nelle femmine per chi aderisce. Resta, però, un 47% di persone che non risponde all’invito della campagna di screening che, da gennaio 2025, sarà progressivamente ampliata fino a coprire la fascia di età 70-74 anni entro il 2028.

La presentazione dei dati

I dati sono stati presentati in Regione a Bologna dal coordinatore della Rete regionale oncologica, Carmine Pinto, alla presenza del presidente Michele de Pascale e dell’assessore alla Sanità, Massimo Fabi. C’erano anche i direttori scientifici degli Irccs dell’Emilia-Romagna: Marco Seri, Nicola Normanno, Antonino Neri, Milena Fini e Raffaele Lodi. Ma qual è la strada verso un miglioramento progressivo? «Il futuro delle cure oncologiche – spiega Fabi – è portare più vicino alla casa delle persone i percorsi di presa in carico e la somministrazione del farmaco: abbiamo esperienze pilota che ormai sono consolidate da tempo all’interno delle Case della Comunità in alcuni distretti, che ora vogliamo estendere a tutta la regione in modo capillare». Si tratta insomma di «decentrare sul territorio molte terapie neoplastiche», spiega l’assessore, grazie anche al fatto che «ora ci sono pratiche terapeutiche che consentono la somministrazione di farmaci anche al di fuori dei livelli di protezione garantiti dal setting ospedaliero», come ad esempio le terapie contro il tumore alla mammella. Questo fa sì che oncologi e infermieri esperti possano “uscire dall’ospedale” e andare sul territorio, “nelle Case della Comunità o al domicilio delle persone”, per somministrare le terapie antitumorali. «È l’aspetto forse più innovativo dal punto di vista organizzativo», sottolinea Fabi. De Pascale esorta i cittadini a “fidarsi della nostra rete”. «Devono sapere che in ogni struttura del servizio sanitario regionale possono rivolgersi con fiducia ai professionisti – rimarca – e verranno indirizzati verso le migliori competenze e i centri più specializzati della regione». Allo stesso tempo, aggiunge il presidente della Regione, «chi viene qui a fare ricerca e assistenza deve sapere di avere a disposizione una casistica ampia, con 4,4 milioni di abitanti e tanta mobilità da fuori regione, per poter vincere questa sfida e mettere in campo cure sempre più appropriate e innovative».

L’analisi su Modena

In occasione della Giornata Mondiale contro il cancro, medici, istituzioni, associazioni e cittadini di tutto il mondo si sono uniti per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, della diagnosi precoce e dell’accesso a cure efficaci per tutti. Il Centro oncologico modenese, sede della diagnosi e cura dei pazienti affetti da cancro, rappresenta una realtà unica regionale che unisce le degenze e il Day Hospital di oncologia ed ematologia, il pronto soccorso onco-ematologico, una medicina interna a supporto delle degenze e del Dh, un centro trapianti di midollo/cellule staminali, un’unità di cure palliative-hospice ospedaliero e laboratori di ricerca avanzata per diagnosi e terapie innovative. Quest’ampia ma ben focalizzata offerta promuove da quasi 25 anni azioni concrete per garantire cure tempestive ed efficaci a tutti i pazienti grazie alla integrazione tra l’Azienda ospedaliero-universitaria e Unimore, anche all’interno di percorsi di formazione pre- e post-laurea. Questo impegno sinergico consente ogni giorno al Dh del Centro Oncologico di ospitare dai 300 ai 400 pazienti con tumore solido ed ematologico: una comunità che si muove per essere curata, considerando anche che vengono eseguite circa 10 nuove diagnosi ogni giorno. Questi numeri impressionanti di fatto riflettono localmente quella che è la realtà nazionale. Una delle eccellenze del Centro Oncologico è rappresentata dal Centro Trapianti Cellule Staminali Emopoietiche, quale struttura altamente complessa e accreditata a livello Nazionale e Internazionale, per trapianti autologhi e allogenici, con una media di 50-60 ogni anno.