Modena, la Città dei Ragazzi perde il club di tennistavolo: nella storica sede una palestra per anziani atleti
Il presidente Benetti: «Ci avevano trovato un posto a San Faustino, ma non ci interessa». Meglioli (Cà Marta): «Loro erano a titolo gratuito da oltre sessant’anni, ci servivano spazi»
MODENA. La Città dei Ragazzi del tennistavolo trasloca da via Tamburini. Un fulmine a ciel sereno per gli appassionati degli orange, campioni d’Italia nel 1973.
La sala dove c’erano i tavoli è stata trasformata in una palestra per la terza età. Le attività della Cdr di tennistavolo proseguono tra la palestra Galilei, sede dei corsi e degli allenamenti della Serie C, e la Villa d’Oro, storica rivale che ospita gli orange per gli allenamenti della B. Le gare della società si svolgono nella palestra di San Giuseppe.
Futuro incerto
«Non sappiamo se manterremo il nome e la sede sociale – ha detto Andrea Benetti, presidente della Cdr di tennis tavolo – Avere uno spazio ci faceva sentire parte della Città dei Ragazzi: non era un elemento da poco».
La crisi si è aperta a ottobre con un dialogo tra Benetti e Alessandro Meglioli, presidente di Cà Marta, società di Sassuolo incaricata della gestione degli impianti sportivi della Città dei Ragazzi.
«Servivano spazi»
«La società era a titolo gratuito da oltre sessant’anni – è intervenuto Meglioli – L’ente ci ha affidato la gestione di tutte le realtà sportive, dandoci carta bianca e avevo bisogno di spazi. Ho più di duemila soci attivi dalle due alle tre volte alla settimana dalle 6 alle 24. Non sappiamo più dove mettere gli “atleti della terza giovinezza”, vogliamo aiutarli a invecchiare bene».
Nella redistribuzione degli spazi non c’era più spazio per la Cdr di tennistavolo nella sede di via Tamburini. «Meglioli ci aveva trovato un posto a San Faustino, ma a noi non interessava per niente – ha ripreso Benetti – È evidente che non era la soluzione. Non è nemmeno un problema di natura economica».
Il presidente di Cà Marta ha difeso la scelta. «Ho trovato per loro una soluzione alternativa gratuita a duecento metri dalla sede – ha ribadito Meglioli – con una sala che avrebbe accolto fino a quattro tavoli. Avremmo pagato noi le utenze e gli affitti del primo anno».
Botta e risposta
Parlando di cifre, non s’è trovato un accordo difficile sulla base delle premesse: la Cdr di tennistavolo doveva comunque traslocare dalla storica sede e non aveva intenzione di farlo.
«Davamo una donazione liberale a don Stefano Violi – ha ripreso Benetti – che però ci ha detto di non entrarci più niente. Meglioli non aveva mai fatto un contratto con noi. In questo momento siamo in preda alla tristezza».
Il sacerdote ha preferito non replicare, il presidente di Cà Marta ha tenuto il punto. «Avevamo proposto loro di lasciare la sede sociale e il nome in via Tamburini – ha risposto Meglioli – pagando noi le spese per la segreteria. Le nostre “anziane” pagano cinquanta euro al mese e hanno bisogno di avere più spazio. Loro giocavano gratis da sessanta anni. Sono in cinquanta: bastava pagare dieci euro a testa. Presiedo una società sportiva con 109 dipendenti».
Prospettive diverse
I due presidenti sono rimasti fermi nelle posizioni e si è consumato il trasloco.
«La nostra società è cresciuta tantissimo negli ultimi anni – il rammarico di Benetti – Abbiamo venti bambini che seguono i corsi alla Galilei, trenta adulti e cinque squadre. Abbiamo resistito quando eravamo in dieci, ora c’è solo tanta tristezza».
«La Curia ci ha dato gli spazi e ho trovato una soluzione alternativa alla società del ping pong – ha replicato Meglioli – ma loro non hanno voluto. Non avevo un obbligo nei confronti di nessuno. Noi paghiamo gli affitti, le utenze e le tasse. Ho dato loro quattro mesi e una soluzione alternativa».
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