Sicurezza, la polizia locale in strada con il metal detector portatile: cos’è e quando può essere usato
L’assessore Alessandra Camporota risponde alla mozione del consigliere comunale leghista Giovanni Bertoldi: «Ne abbiamo 8 ma possono essere utilizzati solo per indagini e operazioni “speciali”»
MODENA. Una nuova arma per la polizia locale di Modena, sempre più in prima linea nel contrasto della criminalità. Nella seduta consiliare di lunedì 3 febbraio 2025 è stata infatti presentata dal consigliere della Lega Modena Giovanni Bertoldi una mozione avente ad oggetto la dotazione di metal detector portatili per il corpo di polizia locale del Comune di Modena. Botta e risposta tra l’esponente leghista e l’assessora alla Sicurezza, già prefetto di Modena, Alessandra Camporota.
Bertoldi: «Strumenti utili»
«Il metal detector portatile – sostiene Bertoldi – è un piccolo strumento molto comodo e versatile per identificare armi atte ad offendere, nascoste nel vestiario delle persone, nelle borse o negli zaini, senza la necessità di un contatto diretto con la persona stessa. Tale strumento è tra l’altro già utilizzato negli aeroporti, negli stadi, nei tribunali e in occasione di manifestazioni di vario genere anche per mano di soggetti privati. L’abitudine di alcune persone di girare per le strade con coltelli, tirapugni oppure altri tipi di armi bianche, genera nella gente una conseguente volontà di autodifesa. Considerato che nella città di Modena sono sempre più frequenti le aggressioni all’arma bianca – prosegue Bertoldi – soprattutto da parte di baby gang con potenziali e drammatiche conseguenze, come avvenuto in vari e recenti episodi al parco Novi Sad, in corso Vittorio Emanuele, in via Fabriani, in via Nievo, in via delle Costellazioni e presso il condominio Lambda, il Consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta affinché provvedano ad autorizzare il corpo di polizia locale a munirsi, dopo una fase di sperimentazione, di metal detector portatili. Serve inoltre un’attenta campagna d’informazione sugli effetti legali di portare con sé armi bianche non autorizzate». Secondo i dati della Procura di Modena, la maggior parte dei reati di carattere predatorio come rapine, furti e danni alle attività commerciali vengono commessi da persone extracomunitarie irregolari sul territorio italiano. «Non possiamo fermarci all’aspetto educativo come prevenzione dei reati – conclude Bertoldi – ma intervenire anche in modo repressivo, e l’utilizzo dei metal detector portatili sarebbe una modalità non violenta e nemmeno invadente. Si tratta di uno strumento inoffensivo che disincentiva l’utilizzo dei coltelli».
Camporota: «Li abbiamo già»
Dopo il dibattito, la parola è passata all’assessora Alessandra Camporota: «Il Comando di polizia locale dispone già di 8 metal detector portatili, però per via della normativa vigente non se ne può fare un uso generalizzato durante controlli o perquisizioni. Questi possono invece essere utilizzati in maniera funzionale a specifiche esigenze in funzione di polizia giudiziaria. L’incremento di pericolose aggressioni o di reati come furti e rapine non è assolutamente un elemento da sottovalutare, e vi è altresì la necessità di intensificare le attività delle forze dell’ordine in generale. Il tema di educare i giovani alla legalità – termina l’assessora – è nella nostra agenda, tanto che non mancano attività di sensibilizzazione dei minori nelle scuole assieme alle forze dell’ordine». Il metal detector portatile è dunque già nella disponibilità dei corpi di polizia locale, che però non possono utilizzarlo per i controlli ordinari, ma solo nelle circostanze in cui operano come polizia giudiziaria, come le indagini o operazioni particolarmente rischiose.