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Il caso

Finta chiamata da banca e carabinieri, truffato per centomila euro: «Sapevano tutto»

di Ginveramaria Bianchi

	Il presidente del Codacons Modena, Fabio Galli, e l’avvocato Massimo Grillenzoni
Il presidente del Codacons Modena, Fabio Galli, e l’avvocato Massimo Grillenzoni

Un professionista 68enne è stato convinto ad effettuare i bonifici e ora si è affidato al Codacons di Modena: «Conoscevano indirizzo, residenza precedente e che il suo conto era cointestato, in pratica ogni cosa della sua vita»

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MODENA. Il telefono squilla. Dall’altro capo, una voce rassicurante si presenta come un funzionario della sicurezza clienti della banca. La chiamata arriva da un numero ufficiale. «Ci sono movimenti sospetti nei nostri circuiti bancari – dicono – qualcuno sta tentando di accedervi. Dobbiamo intervenire subito e lei deve darci una mano». A raccontare questa truffa è il Codacons di Modena, la vittima il modenese Mario Rossi (nome di fantasia, ndr), professionista 68enne. È lui ad ascoltare con attenzione quella prima chiamata il 13 gennaio, visto che già nei giorni precedenti gli erano arrivati messaggi che chiedevano conferma di bonifici sospetti. L’interlocutore conosce dettagli precisi della sua vita: il suo indirizzo, il fatto che quel conto sia cointestato, persino la residenza di anni prima.
La telefonata del finto maresciallo
«A quel punto, Rossi si convince di avere davanti un vero dipendente della sua banca, la Bper», sottolinea il Codacons. Ma Rossi non sa che, da lì a poche ore, quella chiamata si rivelerà una farsa. Una farsa che gli costerà 100mila euro. Lo schema era stato studiato nei minimi dettagli. Il finto funzionario lo rassicura: “Per dimostrarle che l’operazione è reale, sarà il maresciallo della stazione dei carabinieri di Campogalliano a contattarla a breve”. E poco dopo il telefono squilla di nuovo. Sul display compare un numero autentico, quello della caserma, e la vittima viene invitata a recarsi in banca per eseguire delle operazioni che serviranno a bloccare il denaro prima che finisca nelle mani dei truffatori. A questo punto, si entra nel vivo della vicenda. I malviventi lo istruiscono passo dopo passo, rimanendo in linea al telefono con lui per tutta la durata delle operazioni.

I bonifici da 50mila euro in banca

Arrivato allo sportello della banca, Rossi effettua di fronte a un operatore un primo bonifico istantaneo da quasi 50mila euro con causale “gestione fondi per azienda”. Esce dalla banca, conferma al telefono di aver eseguito l’operazione, e rientra per il secondo trasferimento della stessa cifra. Poco dopo, gli viene chiesto di completare un terzo bonifico tramite home banking, ma stavolta, fortunatamente, l’operazione non va a buon fine. Solo allora Rossi inizia ad avere dubbi. Decide di chiamare il numero della caserma per confermare l’appuntamento che gli era stato dato al mattino. Dall’altra parte rispondono i carabinieri, quelli veri però, che non sanno nulla della vicenda. «In pochi secondi, il quadro si è fatto chiaro – racconta la vittima –. Non c’era nessuna indagine, nessuna operazione di sicurezza, nessun maresciallo. Solo una truffa perfettamente architettata. E io c’ero cascato in pieno. Temo di aver perso tutto, visto che i bonifici erano istantanei e, quindi, irrevocabili». Gli Iban destinatari dei bonifici risultano appartenere a conti italiani, intestati a nominativi falsi: «Stiamo lavorando affinché si possa risalire ai reali beneficiari del denaro – spiega Massimo Grillenzoni, avvocato del Codacons –. Al momento la vittima ha sporto regolare denuncia presso i carabinieri ed è fondamentale che le indagini vadano a fondo».

Anche i giovani truffati con informazioni precise

Non è un caso isolato: «Pochi giorni dopo la vicenda, abbiamo seguito anche un ragazzo di 24 anni – aggiunge il presidente del Codacons Fabio Galli –. A lui hanno telefonato fingendosi la polizia postale e, per convincerlo, gli hanno elencato alcuni movimenti recenti del suo conto, compreso un bonifico di venti euro ricevuto dalla fidanzata. Gli hanno detto di eseguire operazioni per mettere in sicurezza il denaro e, nel giro di pochi minuti, gli avevano sottratto tutti i suoi risparmi. Erano circa 4mila euro. La gravità della situazione sta nel fatto che i truffatori riescano ad accedere a informazioni bancarie riservate. Siamo di fronte a un sistema estremamente pericoloso. Questi criminali non si limitano più a phishing o messaggi generici, ma sfruttano informazioni precise. È una vera e propria evoluzione delle frodi, dove l’inganno è costruito su misura per la vittima. Le istituzioni bancarie devono rendersi conto che il livello di protezione deve essere più alto, e anche il loro livello di attenzione. È chiaro che il cliente si sia fatto raggirare – conclude Galli –, ma quanti Mario Rossi devono ancora esserci prima che si inizi a fare concretamente qualcosa?».
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