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Il pallavolista Davide “sfonda” negli Stati Uniti: «L’American Dream esiste ancora»

di Gabriele Farina

	Il modenese Davide Saguatti vive da nove anni negli Stati Uniti
Il modenese Davide Saguatti vive da nove anni negli Stati Uniti

Il modenese Saguatti è direttore del marketing di Atlas Concorde a Nashville

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FIORANO. La nostalgia dei tortellini e della pallavolo resta, ma la vita negli States è tutta un’altra esperienza.

Davide Saguatti ha preso la palla al balzo quando la fioranese Atlas Concorde gli ha prospettato l’apertura di una sede a Nashvillle.

«La comunità al centro»

L’ex centrale di Modena Est non s’è fatto pregare ed è diventato il direttore del marketing per Atlas Concorde Usa. «Il mio trasferimento è avvenuto gradualmente, nell’arco di diversi mesi – ha ripercorso Saguatti – prima con trasferte di qualche settimana, poi formalizzato una volta ottenuto il visto. Poco dopo il trasferimento mi sono sposato e, dopo il viaggio di nozze (ovviamente negli Stati Uniti), ho salutato mia moglie che rientrava in Italia: lei non aveva ancora avuto modo di dare le dimissioni e trasferirsi. Per lei è stato un cambiamento molto più netto e sfidante rispetto al mio».

Le differenze si notano. «Coniugare due lavori impegnativi e trasferte frequenti con una bimba di cinque anni, senza grossi aiuti a portata di mano – ha aggiunto – non è sempre facile. La cultura americana è fortemente orientata alla comunità, con un’infinità di servizi pensati per le famiglie: scuola, dopo-scuola, palestre, attività ricreative, tutte con organizzazioni impeccabili. Abbiamo anche la fortuna di far parte di un nutrito gruppo di Italiani con cui ci frequentiamo e con cui ci sosteniamo quando ci manca un approccio più mediterraneo».

«La Las Vegas dell’Est»

Saguatti ha evidenziato che «l’American Dream esiste ancora», descrivendo la città in cui vive. «Nashville è una città in piena crescita, ricca di opportunità ed energia – ha rimarcato – con sempre più persone che si trasferiscono sia dagli Usa che dall’estero. Ha ancora una dimensione a misura d’uomo e un’atmosfera sempre vivace con la sua storia e scena musicale. Non a caso, ormai molti la chiamano la Las Vegas dell’Est».

Il direttore ricorda ancora «i piccoli Super Bowl» negli anni in campo a Modena Est.

«Mi manca il modo di vivere, la possibilità di passeggiare per il centro e ritrovare volti familiari – ha concluso – il calore della famiglia. Ovviamente, un tortellino mangiato a Modena ha sempre un altro sapore».

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