Regione, manovra da 400 milioni: aumentano Irpef, Irap, bollo e ticket
De Pascale: «Eredito una situazione pesante, ma così salviamo la nostra Sanità»
BOLOGNA. Una manovra Irpef da 200 milioni di euro per rimettere in equilibrio i conti 2024 della sanità. Aumenti su Irap, bollo auto e ticket sanitari (in tutto un intervento sui 400 milioni) per far tornare i conti di viale Aldo Moro ed evitare tagli ai servizi nei prossimi anni. Il neo-governatore dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, svela il bilancio di previsione 2025 al termine di una giornata fitta di incontri con le forze economiche e sociali. Si tratta di una manovra triennale, considerando che tanto l’aumento Irap (aumento di circa un terzo) e bollo auto (+10%, per un apporto di circa di 50 milioni) agiscono a partire dal 2026.
«Tassa di scopo»
La manovra Irpef per redditi fino a trentamila euro peserà per circa venti euro all’anno, cifra che cresce progressivamente: per redditi sui 50.000 euro vale circa 220 euro all’anno, mentre per chi guadagna 60.000 euro la “stangata” sarà di 340 all’anno. Una «tassa di scopo sulla sanità e la non autosufficienza», la definisce de Pascale presentando la manovra accanto all’assessore al Bilancio Davide Baruffi e al titolare della Sanità Massimo Fabi.
«Lo squilibrio sanitario»
Per quanto riguarda il ticket sanitario (obiettivo raccogliere 70 milioni) , l’idea è rivedere nel complesso lo strumento, sbloccando in particolare il pagamento sui farmaci per le fasce di reddito medio-alto. La scelta “forte” della nuova giunta è di coprire il disavanzo sulla sanità non tagliando le prestazioni ma alzando le tasse. Per quanto riguarda il 2024 «abbiamo comunicato al ministero dell’Economia e delle Finanze un disequilibro di circa 200 milioni di euro sulla spesa sanitaria», premette de Pascale. Dunque il «nodo arriva al pettine, la Regione dopo la pandemia non ha riportato il livello della spesa sanitaria al livello pre-Covid e non ha operato una riduzione del personale. Una scelta che non ho fatto io ma che rivendico», sottolinea il presidente.
La cui scelta politica è invece oggi quella di «non fare un passo indietro nemmeno di un euro rispetto a quella spesa. Riteniamo che con quelle risorse si possa fare ancora meglio ma riteniamo che questa spesa sanitaria sia tuttora insufficiente. Se oggi facessimo un taglio di 300 milioni saremmo dei grandi incoerenti». Oltre a coprire il disavanzo sulla sanità la Regione aumenta i fondi per la non autosufficienza. «Proponiamo un incremento nel triennio che sfiora i 150 milioni di euro del fondo regionale della non autosufficienza, oltre 80 milioni già quest’anno», afferma il governatore Pd.
Più risorse per i fiumi
Confermato il raddoppio delle risorse per la manutenzione del territorio, in particolare la rete dei fiumi («era un impegno preso prima dei fatti di Bologna, ciò che è successo nel 2024 richiede di accelerare») e crescono anche i fondi dedicati al trasporto pubblico e agli aiuti per l’affitto. Per quanto riguarda la manovra fiscale «azioniamo una pluralità di misura, quattro leve per un importo contenuto di tutte e quattro, concentrando l’aumento della addizionale Irpef solo sugli ultimi due scaglioni, con un aumento dell’addizionale Irap, aumentando del 10% il bollo auto e introducendo il ticket per i farmaci sui redditi più alti. Sarà l’occasione per rivedere il sistema dei ticket nel suo complesso, ciò che è iniquo rispetto alla scelta fatta da altre Regioni è non considerare la farmaceutica».
Baruffi sottolinea da parte sua che il ricorso all’Irpef da parte della Regione «È contenuto, possiamo non toccare i redditi fino a 28. 000 euro per una manovra da circa 200 milioni». Per quanto riguarda il ticket sanitario «ci siamo presi un mesi e mezzo per confrontarci con le organizzazioni sindacali per calibrare questa misura in modo da mettere in sicurezza le fasce più deboli».
Per Fabi si tratta di una «grande scelta etica di tutela di un grande bene comune, di tutela delle fasce più deboli. È una posizione che non si vuole nascondere dietro un sottofinanziamento palese, non ci accontentiamo di essere meno peggio e questo lo facciamo mettendo in sicurezza la sostenibilità del nostro sistema di cura».