Carabiniera umiliata dal comandante, al maresciallo che denunciò il caso una valutazione più bassa
La rivelazione del sindacato Usmia: il collega fu penalizzato dal capitano di Pavullo, ora di stanza a Teramo e ammesso dal Tribunale militare di Verona a 8 mesi di lavori socialmente utili per aver scritto con la penna sulla fronte di lei
PAVULLO. Il maresciallo che è intervenuto a difesa della carabiniera 21enne che ha subìto la scritta in fronte da parte dell’ex comandante della Compagnia di Pavullo, ha subito la ripercussione di una valutazione degradata da parte del capitano stesso, che ha così interferito sulla sua carriera. È la sconcertante rivelazione che arriva dal sindacato Usmia sulla vicenda accaduta il 14 maggio 2024. Vicenda che, lo ricordiamo, martedì 11 febbraio al Tribunale militare di Verona ha portato il capitano, ora di stanza a Teramo, a chiedere di svolgere lavori socialmente utili (indicati dal giudice in 8 mesi) per evitare il processo per ingiuria a un inferiore di grado.
Usmia ha seguito la carabiniera
Il capitano ha anche offerto un risarcimento alla ragazza, che è stata seguita in tutta questa vicenda da Usmia. «Sono stati i nostri dirigenti, fin dall’inizio, a seguire con discrezione e professionalità la giovane collega coinvolta nella spiacevole vicenda» spiega Carmine Caforio, segretario generale Usmia. «Ha ricevuto supporto legale, vicinanza e massima assistenza sotto ogni aspetto. Oggi, finalmente, possiamo affermare che la giustizia penale ha seguito il suo corso, con il capitano che ha riconosciuto le proprie responsabilità. Tutti possono sbagliare, ma riteniamo che ora anche la giustizia amministrativa debba fornire un segnale di equità: il comportamento di chi, rivestendo un incarico di comando, ha arrecato grave nocumento all’Arma dei carabinieri, va vagliato con attenzione e senza sconti. Così come deve essere premiato e non penalizzato, come purtroppo accaduto, chi ha avuto invece il coraggio di denunciare».
Il caso della “pagella” abbassata
Il riferimento è al fatto che il maresciallo comandante di Stazione, subito dopo aver trasmesso la segnalazione dell’accaduto al Comando provinciale, ha subìto dal capitano l’abbassamento della “valutazione caratteristica”. È di fatto la “pagella” di un buon carabiniere: per fare carriera sono indispensabili note positive. Il maresciallo negli ultimi anni aveva avuto solo valutazioni d’eccellenza. All’improvviso, dopo la segnalazione, il capitano gliel’ha abbassata. E l’abbassamento fu confermato dall’allora comandante provinciale. Ma il maresciallo ha fatto ricorso al Tar. «Pur non volendo entrare nel merito del documento caratteristico – continua Caforio – appare però innegabile che la “valutazione” operata si pone in conflitto con le due posizioni, motivo che ci ha portato a impugnarlo con ricorso, dapprima al Ministero e ora al Tar, sperando di non dover ricorrere anche a una segnalazione all’Autorità Anticorruzione. Abbiamo piena fiducia nella giustizia e nelle istituzioni ed esercitiamo le nostre funzioni con discrezione e concretezza, dimostrando, come accaduto anche in questa occasione, di agire esclusivamente nell'interesse della collega, rispettando la sua volontà in accordo con i nostri legali, gli avvocati Cosimo Zaccaria e Alessia Massari. Facciamo sindacato con serietà, senza slogan».