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Il caso

Daniela Ruggi, nuove indagini dei Ris sullo “sceriffo”. Lui dal carcere: «Non ne posso più, divento matto»

di Daniele Montanari

	Lo "sceriffo" Domenico Lanza (foto Pomeriggio Cinque)
Lo "sceriffo" Domenico Lanza (foto Pomeriggio Cinque)

Altri accertamenti dei carabinieri di Parma sui reperti trovati nella casa di Domenico Lanza a San Martino di Polinago: la scarcerazione, che sembrava vicina, torna ad allontanarsi

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MODENA. Dalla soddisfazione per una scarcerazione che sembrava imminente, alla doccia fredda di nuove indagini che bloccano tutto. E lui che, ieri pomeriggio, dice al suo avvocato: «Io non ce la faccio più, qui divento matto». Protagonista Domenico Lanza, lo “sceriffo” di Polinago, unico indagato per la scomparsa di Daniela Ruggi, di cui si sono perse le tracce il 20 settembre a Vitriola.

Nuovo ricorso ai Ris

Lanza, com’è noto, è stato arrestato il 5 dicembre per detenzione di armi trovate nella sua casa di San Martino di Polinago nella perquisizione seguita dopo che in tv, a Pomeriggio 5, aveva mostrato della biancheria della 31enne che aveva conservato nell’ambito del rapporto di amicizia che aveva con lei. Dalle analisi dei Ris su quelle armi non è emerso nulla di particolare, tanto che il pm che indaga Lanza su questo fronte (la dottoressa Bombana) lunedì a colloquio con l’avvocato Fausto Gianelli si era mostrata favorevole a una scarcerazione con l’applicazione di una diversa misura cautelare (domiciliari o obbligo di firma). Già venerdì l’avvocato, dopo il deposito da parte dei Ris anche della perizia sulla casa, aveva chiesto il dissequestro della stessa, che sembrava a quel punto imminente. Poi il colpo di scena. Sempre lunedì l’avvocato ha ricevuto a ruota la comunicazione dall’altro pm che indaga Lanza per sequestro di persona, la dottoressa Galli, che la casa non poteva essere dissequestrata perché il magistrato aveva appena chiesto un supplemento di indagine ai Ris sui campioni che avevano prelevato nell’abitazione di Lanza nell’accesso del 16 dicembre. I nuovi esami si svolgeranno il 26 febbraio, non nella casa di Polinago ma a Parma, presso la sede dei Ris dove i reperti sono custoditi. Però è chiaro che con indagini in atto la casa non può essere dissequestrata. Bisognerà attendere la perizia sui nuovi accertamenti, che potrebbe richiedere anche più di un mese.

Lanza a terra

I nuovi esami sono un colpo di scena, perché danno l’impressione che Procura insista nel fare indagini su Lanza nutrendo sospetti su di lui. Altrimenti, si sarebbe fermata ai primi riscontri dei Ris, dai quali pare che non sia emerso nulla di particolarmente incriminatorio. L’avvocato ha comunicato la “novità” nel tardo pomeriggio di ieri a Lanza, al telefono: «Non l’ho mai sentito così male – sottolinea Gianelli – era convinto di poter uscire dal carcere in settimana e queste nuove indagini sono state una doccia fredda. Mi ha detto: “Avvocato, io non ne posso più! Io divento matto qua dentro, io mi metto a tirare testate al muro”. È davvero scosso, e mi sembra comprensibile: questi nuovi accertamenti giungono del tutto inaspettati. C’è da capire se sono dovuti a sospetti che si addensano su di lui o se sono semplicemente le conseguenze di un’attività a 360 gradi che sta facendo la Procura, vedi anche le nuove ricerche a Vitriola di giovedì scorso. Il 26 sarò senz’altro a Parma, intanto per capire su che tipo di campioni si svolgeranno le ricerche, e con che modalità: per ora è tutto top secret».

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