Gazzetta di Modena

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Il caso

Elena, morta a 20 anni consegnando le pizze. Il collega: «Anche io ho sbandato con quell’auto»

di Ambra Prati

	La Fiat Punto distrutta nell'incidente costato la vita a Elena Russo, 20 anni
La Fiat Punto distrutta nell'incidente costato la vita a Elena Russo, 20 anni

Ha testimoniato in aula un altro fattorino del ristorante: i titolari sono a processo. «La Fiat Punto aveva un grande forno nel bagagliaio: secondo me influenzava la tenuta»

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MODENA. «Stavo tornando da una consegna sulla Fiat Punto quando, per pochi secondi, ho sbandato: è successo proprio su via Tirabassi, non in quel punto esatto ma poco più avanti dell’incidente mortale capitato ad Elena».

Cosa era successo
È quanto ha dichiarato il testimone F.C., uno studente di 23 anni di Modena che per un breve periodo ha svolto lo stesso lavoretto saltuario di Elena Russo, che morì a Reggio il 30 gennaio 2022 mentre consegnava le pizze per pagarsi gli studi. Elena aveva 20 anni ed era una studentessa di Giurisprudenza a Modena. Per la sua morte sono a processo i titolari della pizzeria in cui lavorava.

La testimonianza
Ieri in aula a Reggio tra i primi cinque testimoni dell’accusa altri giovani fattorini della medesima pizzeria. Il giovane modenese ha testimoniato di aver lavorato nelle consegne nell’ottobre 2021, a chiamata, soprattutto «nel fine-settimana, dalle 18 alle 2, per un compenso da 30 euro a serata». Arruolato “al volo” («avevo appena preso la patente, ero alla mia prima esperienza lavorativa»), senza corsi di formazione o di sicurezza, senza nient’altro che «una cartina». Due i mezzi messi a disposizione dai pizzaioli che si occupavano delle condizioni dei veicoli e del carburante: la Fiat Punto e un furgoncino.

«L’auto aveva un grande forno che occupava l’intero bagagliaio», tanto che dallo specchietto centrale «non si vedeva dietro. Non sono un esperto, ma l’utilitaria era datata e avevo l’impressione che per il peso del forno avesse poca tenuta – ha detto il 23enne – Mi è capitato una volta di perdere il controllo: ad una curva a sinistra la Fiat ha sbandato sulla destra, ma sono riuscito a sterzare. Una volta in pizzeria non l’ho detto: ho pensato che fosse colpa della mia inesperienza».


La ricostruzione
In precedenza hanno deposto i due agenti di polizia locale che hanno rilevato il terribile sinistro in cui morì Elena: «Quel tratto di via Tirabassi è in discesa, ha una doppia semicurva e poi risale – hanno detto – All’altezza di una semicurva a destra l’auto, da San Rigo diretta verso San Bartolomeo, ha “tirato dritto” a sinistra, ha divelto un cartello di segnaletica con base in cemento volato a 11 metri di distanza, ha urtato il tronco di un albero ed è rimbalzata sulla carreggiata sbalzando la conducente dal parabrezza e capovolgendosi». Quando la polizia locale è arrivata sul posto «la ragazza era stesa sull’asfalto, attorniata dai paramedici». Sull’asfalto una «traccia gommosa dritta», spiegata così: «O una brusca frenata o un guasto meccanico». La Fiat Punto era stata immatricolata nel 2006 e le gomme erano «usurate e quasi lisce». D’altra parte «l’illuminazione era assente», l’utilitaria «procedeva a una velocità ben superiore al limite dei 50 orari (poco dopo 40)» e la cintura «è stata trovata attaccata alla portiera: non è stata utilizzata».


L'indagine 
E dunque ieri, dopo una lunga fase preliminare (c’è voluta l’ostinata volontà dei genitori, che hanno perso la loro unica figlia), ieri si è aperto il dibattimento davanti al giudice monocratico Luigi Tirone. Devono rispondere di omicidio colposo i soci titolari della Pizza Re Sas di via Martiri della Bettola a Reggio (i datori di lavoro proprietari dell’auto sono difesi dall’avvocato Nino Ruffini). Le parti contano l’Italiana Assicurazioni, responsabile civile che pagherà in caso di condanna (avvocato Giuseppe Benassi) e i genitori della vittima parte civile (i legali Simona Magnani e Giulio Cesare Bonazzi). I pm sono Stefano Finocchiaro e Denise Panoutsopoulos.

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