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Addio alle vecchie pagelle, ecco come cambiano i voti

Addio alle vecchie pagelle, ecco come cambiano i voti

Avanzato, intermedio, base o in via di prima acquisizione: a febbraio è stata l’ultima volta che i genitori degli alunni della scuola primaria hanno visto queste valutazioni. A giugno si torna ai giudizi sintetici

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MODENA. Avanzato, intermedio, base o in via di prima acquisizione: i genitori degli alunni della scuola primaria - quella che un tempo era chiamata scuola elementare - ci avevano quasi fatto l'abitudine a quei giudizi un po' particolari. Li aveva introdotti il Governo-Conte, con l'allora ministro Lucia Azzolina, e dovevano essere lo strumento per superare l'ansia prestazionale degli studenti e soprattutto l'angoscia da risultato dei genitori. Ma tutto ciò, a distanza di neppure 4 anni, cambierà di nuovo per quella che è la decima riforma della scuola in 50 anni. Se non è un record questo…

Cosa cambia

Addio quindi ai giudizi che permettevano, con un po’ di discrezionalità, di inquadrare l’alunno per le proprie competenze senza dovere per forza incasellarlo in voti numerici o di merito; si torna ai giudizi sintetici “per esigenze di chiarezza ed efficacia comunicativa nei confronti dei genitori e degli alunni”, scrive il ministro Giuseppe Valditara in una circolare del ministero dell’Istruzione e del Merito. Eccoci allora tornare alla sintetica e certamente più semplicistica colonna di giudizi: Ottimo, Distinto, Buono, Discreto, Sufficiente, Non sufficiente. Si tratta di sei valutazioni che non lasciano ampi margini di interpretazione e che dovrebbero fotografare al meglio le competenze acquisite dagli studenti nel corso dell’annata scolastica.

Quando cambiano i giudizi

Al ministero hanno ritenuto necessario procedere con la riesumazione dei sei giudizi sintetici in tempi rapidissimi e non a caso saranno attivi già dalle pagelle di fine anno, perciò quelle che le scuole consegneranno a giugno o molto più probabilmente spediranno sul registro elettronico, omettendo pertanto il contatto diretto con i genitori (si tratta di uno strascico post Covid che tanto piace perché impegna meno tempo). Accanto ai giudizi ci sarà anche la possibilità per gli insegnanti di annotare brevi valutazioni, utili a delimitare i confini della scelta di maestri e maestre. Il tutto sempre in nome di quella semplificazione che il ministro vuole attivare nei rapporti tra scuola e famiglia.

E così non torneranno i voti da 4 a 10 (qualcuno ricorderà una proposta in cui si invitava a non dare voti troppo bassi per non umiliare lo studente in difficoltà) ma almeno anche i nonni potranno capire senza dover chiedere più “ma cosa significa intermedio?”, un buono o un discreto? E l’avanzato sarà più un ottimo o un distinto? Servirà attendere giugno e capire il metro di giudizio che gli insegnanti adotteranno, ben consapevoli che presto qualcuno contesterà anche i giudizi sintetici e magari si tornerà ai voti, che di interpretazioni non ne lasciano affatto.