Imprenditore edile vicino alla camorra ai domiciliari: gestiva due società a Mirandola e Carpi tramite un prestanome
Stessa misura cautelare per la moglie e un complice: l’uomo, di origine campana ma residente da tempo in provincia di Modena, era già stato destinatario di interdittive antimafia. Pur non essendo nella “white list” della prefettura, era riuscito a farsi affidare in subappalto lavori in due scuole a Ferrara e Reggio
MODENA. Arresti domiciliari a Modena per tre indagati, su ordinanza del gip, gravemente indiziati di trasferimento fraudolento di valori e subappalto illecito. La misura è stata eseguita dalla Guardia di Finanza ieri mattina, nell’ambito di un procedimento penale che vede indagate complessivamente sette persone e coinvolte tre società del settore edile.
Le interdittive antimafia delle prefetture di Bologna e Modena
Le indagini, su fatti contestati dal 2020 al 2023, si sono concentrate sull’operatività di un imprenditore di origini campane residente da tempo in provincia di Modena, con numerosi precedenti penali principalmente per reati tributari e contro il patrimonio. Ma al diretto interessato vengono contestate soprattutto continue frequentazioni e cointeressenze economiche con appartenenti alla criminalità organizzata di tipo camorristico, come evidenziato in più interdittive antimafia emesse dalle prefetture di Bologna e Modena nei confronti di società a lui riconducibili. L’imprenditore era stato destinatario anche di una misura di confisca di prevenzione di beni emessa dal tribunale di Modena, su richiesta della Dda di Bologna, divenuta definitiva con sentenza della Corte di Cassazione nel 2022.
Le società gestite con un prestanome e gli appalti vinti
Subito dopo l’emissione del provvedimento di confisca, infatti, il diretto interessato aveva fittiziamente attribuito a un prestanome la rappresentanza legale di due società con sedi a Mirandola e Carpi, pur continuando a gestirle come “dominus”, proprio per eludere le norme di prevenzione patrimoniale antimafia. Inoltre una delle società in ballo, con il concorso dell’amministratore di un’altra impresa aggiudicataria di due gare pubbliche d'appalto – per la riqualificazione energetica di una scuola in provincia di Ferrara e per l’efficientamento energetico e il miglioramento antisismico di un istituto scolastico in provincia di Reggio Emilia – aveva eseguito in subappalto non autorizzato alcune opere, peraltro in assenza di iscrizione nella cosiddetta “white list” della prefettura di Modena, che ne aveva rigettato, sempre nel 2022, l’istanza presentata proprio “in considerazione della accertata sussistenza del pericolo di infiltrazione mafiosa”, ricostruiscono gli inquirenti.
Anche la moglie e un complice agli arresti domiciliari
Non solo. Dalle indagini è emerso anche il ruolo di primo piano assunto dalla moglie del principale indagato, la quale, a sua volta interessata dalla misura di prevenzione disposta dal tribunale di Modena, si occupava dei profili amministrativi, contabili e finanziari delle società, anche con riferimento ai rapporti con gli altri istituti di credito (fatturazione nonché gestione dei pagamenti, delle pratiche relative al personale dipendente e dei rapporti con i professionisti contabili e consulenti del lavoro). Il gip di Modena, quindi, ha ritenuto sussistente l’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione della condotta criminosa ed ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei tre indagati.