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Il caso

Rave party di Campogalliano: chiesto il processo per 156 giovani

di Daniele Montanari

	L’intervento fu frutto di un’azione coordinata tra tutte le forze dell’ordine
L’intervento fu frutto di un’azione coordinata tra tutte le forze dell’ordine

Il raduno del febbraio 2022 fu bloccato sul nascere dalle forze dell’ordine

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CAMPOGALLIANO. In 156 rischiano di andare a processo in uno dei primi casi in Italia di imputazione per rave party illegale.

Il riferimento è alla festa che stava partendo nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2022 a Campogalliano all’interno di un impianto industriale abbandonato da trent’anni al lato dell’autostrada. L’arrivo di un numero eccessivo di auto e furgoni al casello della A22 nel cuore della notte insospettì i carabinieri di pattuglia, che seguendo il flusso di mezzi arrivarono in una zona degradata già frequentata da giovani del posto mentre si stava finendo di installare l’impianto per la festa non autorizzata.

Hanno tra i venti e i trent’anni

Furono 156 i partecipanti identificati e denunciati, per una festa illegale bloccata sul nascere. Si trattava di giovani tutti tra i 20 e i 30 anni provenienti da Reggio, Parma, Ravenna, Forlì, Rimini, Livorno, Trento, fino a L’Aquila. Ora rischiano tutti il processo: la Procura di Modena ha infatti appena depositato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei loro confronti, ai sensi dell’articolo 415 bis del Codice di procedura penale. A ruota arriverà la richiesta di rinvio a giudizio per tutti loro, che appare scontata perché altrimenti il pubblico ministero avrebbe formulato nei loro confronti richiesta di archiviazione.

Servirebbero spazi ad hoc

Nel caso il giudice per l’udienza preliminare disponga il rinvio a giudizio, si prospetta dunque il processo dei record a Modena: mai nella storia, almeno recente, del Tribunale, si è avuto un procedimento con la bellezza di 150 e più imputati. Andrebbero senz’altro studiati anche spazi ad hoc per le udienze, magari ai padiglioni della fiera... Vedremo gli sviluppi, che in ogni caso saranno degni di nota.

Le indagini

Il rave party saltò per un’operazione in grande stile condotta da carabinieri, polizia di Stato, Guardia di Finanza e polizia Locale. A tradire gli organizzatori fu il flusso di traffico del tutto anomalo. Alle 3 arrivarono i primi partecipanti, parcheggiarono nello spiazzo accanto alla fabbrica ma fuori da sguardi indiscreti e montarono l’impianto. Alle 4 la zona era già troppo frequentata per non dare nell’occhio. E quando partì la musica, tutte le strade e i campi della zona erano già circondati da agenti pronti per intervenire. Quando carabinieri e poliziotti fecero irruzione all’interno dei capannoni pronti per la festa, i raver presenti erano un centinaio. Fuori, tra i campi e sulle strade d’accesso, ne furono fermati altri 50. 

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