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Violenza

Martellate contro il barista e al bar: «È sempre lui, fermatelo» – Video

di Daniele Montanari

	Le minacce del trentenne al titolare e il martello
Le minacce del trentenne al titolare e il martello

Agghiacciante episodio di violenza a Serramazzoni. Un 36enne tunisino insisteva per avere alcol, il titolare del Bar Angela Enrico Cerchiari ha schivato il colpo e l’ha cacciato fuori: lui gli ha distrutto la vetrina del locale. Altri episodi al Bar Autolinee: «È una minaccia per il paese»

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SERRAMAZZONI. Aggredisce con un martello il barista che si rifiuta di dargli da bere perché sta chiudendo, e poi ritorna per “fargliela pagare” prendendo a martellate la vetrina d’ingresso mentre lui, e gli altri avventori, si sono chiusi dentro terrorizzati. Episodio agghiacciante quello avvenuto nella notte tra mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio a Serra. Ancor di più se si pensa che quest’uomo da giorni sta seminando minacce e angoscia anche in diverse altre attività del paese. Continua ad aggirarsi libero, senza l’applicazione di nessuna misura cautelare, e ormai in centro c’è paura, ripensando anche a fatti simili di cronaca che hanno portato a tragedie in giro per l’Italia.

Mercoledì sera

Era l’una di notte, ormai già di giovedì. Enrico Cerchiari, che gestisce il Bar Angela di via Val di Sasso con la moglie Luciana Giordani, aveva gli ultimi clienti e stava chiudendo. All’improvviso, secondo quanto ricostruito, si è presentato un trentenne tunisino che ha chiesto da bere. Lui, vedendolo già alterato, gli ha detto che non poteva servirlo perché stava chiudendo. L’altro è andato via molto contrariato. Dopo 5 minuti è tornato e ha tirato fuori un martello da carpentiere con cui ha cercato di colpire il barista alla spalla sinistra, ma lui è riuscito a schivare il colpo e con l’aiuto di alcuni clienti ad allontanarlo, chiudendo la porta a chiave. Al che l’altro ha iniziato a prendere a martellate la vetrina d’ingresso del bar, causando grosse crepe e urlando al gestore: «Prima o poi te la farò pagare!». Se n’è andato solo quando ha capito che stavano arrivando i carabinieri, che erano stati chiamati di fronte a quella violenza sconcertante. I militari hanno subito individuato l’aggressore ricostruendo l’accaduto, e invitando il gestore a fare al più presto denuncia. Così Cerchiari ha fatto giovedì mattina, e ora il tunisino è indagato per danneggiamento e minaccia. «Abbiamo seriamente paura – dicono Enrico e Luciana – quell’uomo non si conteneva: abbiamo sfiorato la tragedia. Al di là del danno importante che ha causato, temiamo per noi stessi: era già venuto qui altre volte, e se ricapita una sera o alla mattina presto quando non c’è nessuno ad aiutarci? Com’è possibile che sia libero di fare ciò che vuole dopo aver fatto una cosa del genere a noi, più gli altri danni che ha causato in paese nei giorni scorsi? Aspettano la tragedia?».

Gli altri episodi

Il tunisino infatti è già stato protagonista di episodi violenti, con altri interventi dei carabinieri che però nulla possono fare se la Procura non dispone misure cautelari nei suoi confronti. In particolare, il 12 febbraio ha minacciato e fatto danni al Bar Autolinee in piazza della Repubblica. «Chiedeva da bere ma era alterato, e quando gli ho detto di no mi ha mostrato un’asta di legno che teneva nella borsa – racconta la titolare Sofia, cinese – poi è andato fuori e dopo pochi minuti è tornato con un martello, e ha fatto il finimondo: ha distrutto un tavolo di plastica che avevamo davanti alla vetrina e tre sedie. Ha smesso solo quando ha capito che arrivavano i carabinieri. Siamo rimasti terrorizzati: come si fa a lasciare libera una persona che fa queste cose?». «Il 13 febbraio ero qui al bar – racconta un avventore 50enne – ed è tornato facendo confusione. Gli ho detto qualcosa e lui dopo un po’ è tornato con un martello in una borsa, minandomi: è un pericolo. L’altro giorno ha anche bloccato una corriera che partiva». Ieri mattina ha creato scompiglio in un altro paio di locali: «Quell’uomo è una minaccia per il paese – dice un altro barista – tra noi gestori stiamo facendo rete: se Procura o Prefettura non prendono provvedimenti, faremo una serranda di protesta per la sicurezza. Perché adesso, con quell’uomo che si aggira libero di fare quel che vuole, non c’è».

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