Burioni boccia i punti nascita periferici: «Chiuderli è la scelta corretta»
Il virologo concorda con le parole pronunciate da Massimo Fabi, assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna. La reazione del mondo politico a Mirandola, dove il servizio all’ospedale Santa Maria Bianca è sospeso da Natale 2022
MIRANDOLA. Continuano a far discutere le parole pronunciate dall’assessore regionale alla Salute, Massimo Fabi, in merito alla chiusura dei punti nascite delle zone periferiche della regione. «Tenerli aperti – ha affermato – dove non c’è un sufficiente numero di parti è un rischio per le donne e i bambini».
«Decisione sensata»
Un discorso che tocca anche la Bassa modenese, in particolar modo l’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, dove il servizio del punto nascite è sospeso da Natale 2022. Le parole di Fabi non sono piaciute a nessuna parte politica dell’Area nord, e da destra a sinistra sono arrivate lamentele e polemiche, ma sono sostenute dal virologo e docente, Roberto Burioni, che sottolinea come «chiudere un reparto di ostetricia con poche nascite non è una scelta politica, ma una decisione sensata che si basa su dati scientifici. Un punto nascita con meno di 500 parti è pericoloso sia per le mamme che per i bimbi perché se qualcosa va storto durante il parto la struttura non è attrezzata alle emergenze. La soluzione per chi abita in un posto remoto non è protestare per tenere aperto un ospedale con cento parti l’anno, ma pretendere una struttura organizzativa che permetta di partorire in sicurezza anche a chi vive in zone meno collegate».
Si levano gli scudi
Tutta contraria alla scelta della Regione è invece la politica locale. «Se tenere aperto un punto nascite con pochi parti non è sicuro – dice la segretaria del Pd Mirandola, Anna Greco – ci chiediamo, quindi, se per le donne sia più sicuro raggiungere un ospedale più lontano, con tutti i rischi che la distanza comporta». La parola “chiusura” e non “sospensione” ha fatto storcere il naso ai dem della città dei Pico: «Uno dei punti cardine del programma che ha portato all’elezione di Michele De Pascale era il rilancio e il potenziamento dei servizi di prossimità nelle zone periferiche, ma queste prime dichiarazioni sembrano andare nella direzione opposta». Per Greco, però, parte della responsabilità è da imputare al centrodestra mirandolese che governa il paese dal 2019: «L’amministrazione comunale se ne sta lavando le mani ed è capace solo di aizzare il malcontento e incattivire la gente».
Per la consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Annalisa Arletti, le parole di Fabi sono «l’ennesima prova dell’incapacità della sinistra di garantire servizi essenziali ai cittadini, scaricando le proprie responsabilità su ragioni tecniche che mascherano una chiara scelta politica».
Per Arletti la sanità in Emilia-Romagna è «vittima di una gestione fallimentare targata Pd» e la chiusura dei punti nascita è una «decisione inaccettabile, che penalizza le persone che vivono in zone periferiche già provate dalla carenza di servizi». Le fa eco il vicecapogruppo di FdI in consiglio regionale e presidente provinciale del partito, Ferdinando Pulitanò: «A rendere la situazione ancora più grave è la frattura tra il Pd mirandolese e modenese, che rende molto evidente la confusione e l’incapacità del partito di prendere decisioni coerenti su un tema così delicato».
Aggiunge Lisa Secchia, assessora a Mirandola e presidente del circolo FdI Mirandola: «Chiediamo alla giunta regionale di tornare sui propri passi e investire nella sanità territoriale, anziché smantellarla con decisioni miopi e dannose». Il consigliere di minoranza della lista civica Mirandola50mila, Giorgio Siena, ha un altro punto di vista. «Il problema è l’ospedale di Carpi. La prospettiva della nuova struttura, distante da Mirandola, e la promessa fatta da Muzzarelli di mantenere il Santa Maria Bianca hanno un valore limitato: con il tempo richiesto per fare il nuovo ospedale i problemi saranno rinviati ai posteri. L’ex sindaco di Carpi, tra l’altro, ha imposto una collocazione del nuovo ospedale contraria agli interessi territoriali, visto che la natura dei poli ospedalieri sarebbe quella di avere un unico ospedale baricentrico per tutta l’Area Nord da Carpi a Mirandola, dove troverebbe posto un punto nascita accessibile e sicuro per tutti».
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