Traffico di droga in carcere, oltre 100 indagati in Italia: perquisizioni anche a Modena
Vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Torino insieme al nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Torino nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona e Imperia oltre che nella nostra
MODENA. È in corso, dalle prime ore del mattino, una vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Torino insieme al nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Torino nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona, Imperia e Modena, con perquisizioni sia in abitazioni che in istituti di pena. Il tutto nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura a carico di più di 100 persone indagate – 116 per la precisione – per traffico di stupefacenti e altri reati commessi all'interno degli istituti carcerari.
Cosa è emerso dalle indagini
Sono complessivamente 116 le persone indagate nell'ambito della duplice inchiesta della Procura di Torino che ha permesso di svelare un articolato spaccio di droga nel carcere “Lorusso e Cotugno”, gestito anche attraverso la disponibilità di telefoni cellulari. Le indagini hanno permesso di individuare e porre sotto controllo numerosi telefoni cellulari e smartphone nella disponibilità dei detenuti, introdotti all'interno del carcere con diverse modalità da parenti dei detenuti o dai detenuti stessi quando fruivano di permessi di uscita. Le attività tecniche, protratte per molti mesi, hanno consentito di monitorare un considerevole numero di apparecchi telefonici, utilizzati per mantenere relazioni con l'esterno del carcere, sia per motivi familiari sia in ragione dei rapporti con altri criminali operanti all'esterno. Queste ultime relazioni sono risultate finalizzate ad organizzare un articolato spaccio di sostanze stupefacenti che riuscivano a far entrare all'interno del carcere con varie modalità, per poi essere smerciate all'interno degli istituti previo pagamento con carte prepagate. Le indagini preliminari, ancora in corso, hanno consentito di ricostruire l'introduzione e la circolazione negli istituti penitenziari di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti. Nel corso delle due distinte indagini preliminari sono stati numerosi i sequestri e gli arresti in flagranza di reato in occasione del ritrovamento di telefoni cellulari e di droga all'interno delle carceri. Nel corso dell'esecuzione delle perquisizioni sono state impiegate più di 200 unità fra carabinieri dell'Arma territoriale, militari del 1° Reggimento Piemonte e personale del nucleo investigativo regionale e centrale della polizia penitenziaria. Le indagini non hanno allo stato evidenziato specifiche responsabilità penali in capo a personale dell’amministrazione penitenziaria in servizio nell'istituto oggetto degli accertamento. Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha collaborato nelle indagini con il nucleo investigativo regionale e centrale della polizia penitenziaria.
Il commento del sottosegretario alla Giustizia
«Un’operazione straordinaria, che colpisce duramente il traffico di droga nelle carceri e ribadisce con forza che lo Stato non arretra di un millimetro di fronte alla criminalità». È quanto dice in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario alla Giustizia. «Le carceri non saranno mai quartier generale per traffici criminali – aggiunge –. Con il Governo Meloni, lo Stato fa lo Stato: con i suoi anticorpi, con la Polizia Penitenziaria e con operazioni come questa, che colpiscono alla radice i tentativi di infiltrazione della malavita organizzata. Chi pensava di trasformare gli istituti penitenziari in centrali dello spaccio oggi riceve un messaggio chiaro: lo Stato c'è».